"La raccolta delle firme per abrogare l’attuale legge elettorale italiana ha prodotto un effetto straordinario nel mondo politico italiano, perché oltre un milione e duecentomila elettrici ed elettori hanno manifestato la volontà di cambiare le modalità in cui vengono eletti i rappresentanti nel parlamento. Si è trattato di un percorso in salita perché gran parte delle firme sono state raccolte nel mese di settembre, condizione che ha tenuto in apprensione il comitato promotore fino alla chiusura della campagna. Il risultato è straordinario perché va oltre le previsioni. A questo risultato hanno contribuito in modo politicamente significativo anche i cittadini italiani residenti all’estero ed in particolare in Svizzera, paese – ma non l’unico all’estero – in cui il Partito democratico locale si è fatto promotore dell’iniziativa ed è riuscito a coinvolgere movimenti, associazioni e singoli cittadini". E’ quanto si legge in una nota firmata da Michele Schiavone, responsabile Pd Svizzera, e da Mario Barbi per il Comitato referendario per i collegi uninominali.
"A loro va il nostro sentimento di gratitudine, che esprimiamo nella nostra veste di responsabile del Pd in Svizzera e di componente dell’ufficio di presidenza del comitato referendario nazionale. Siamo certi che il governo non potrà ignorare questo milione e duecentomila firme depositate presso la Corte di cassazione e il parlamento dovrà agire. Nel caso in cui non lo facesse il referendum, una volta superato il giudizio di ammissibilità della Corte costituzionale, sarà celebrato entro la prossima primavera. Le firme serviranno ad incalzare la maggioranza e tutte le forze politiche affinchè il Parlamento, nei prossimi mesi, approvi una nuova legge elettorale, che permetta ai cittadini italiani di scegliere i propri parlamentari nel rispetto del quesito referendario e ripristini così quell’inalienabile diritto democratico alla rappresentanza, quale principio fondamentale alla base sia delle regole costituzionali di ogni paese civile che dell’autorevolezza dei parlamenti. Sarà questa l’occasione per rivedere anche la norme che istituiscono le modalità di voto nella circoscrizione elettorale, di cui tanto si è discusso nelle prime due tornate elettorali e sulle quali le attese di una riforma non possono essere rinviate".
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