Fucsia Nissoli, Forza Italia, e Francesca La Marca, Pd, sono state intervistate da La Voce di New York in merito ai fondi destinati all’assistenza degli italiani all’estero al tempo del Covid. Divergono tra loro le opinioni delle due deputate, entrambe elette nel Nord e Centro America. Per l’azzurra i quattrini stanziati sono pochi, per la dem invece rappresentano un segnale confortante.
A noi di ItaliaChiamaItalia, abituati a guardare sempre un po’ più in là delle solite dichiarazioni di facciata, le parole delle due onorevoli fanno un po’ sorridere. In particolare quelle della deputata residente negli States. Nissoli, infatti, commenta: “Il governo Conte si è comportato come tutti gli altri governi e non ha ancora capito che investire negli italiani all’estero significa investire per lo sviluppo del Sistema Italia”. Nulla di più falso.
Dal governo Conte, fin dall’inizio di questa legislatura, sono arrivati continui segnali di attenzione nei confronti del mondo dell’emigrazione. Basti pensare alla nomina a Sottosegretario agli Esteri del Sen. Ricardo Merlo, un parlamentare eletto oltre confine, rappresentante appunto degli italiani nel mondo. E’ la prima volta nella Storia che un eletto all’estero entra a far parte di un governo a tutti gli effetti. Ma l’attuale esecutivo non si è fermato qui: ha sempre dimostrato grande interesse e senso di protezione verso i nostri connazionali e verso quel “Sistema Italia” di cui Nissoli probabilmente non conosce neppure il significato.
Per restare al tema dell’intervista, a favore dell’assistenza degli italiani nel mondo durante l’emergenza Covid sono stati stanziati ben sei milioni di euro. All’azzurra sembrano pochi, invece è davvero tantissimo. Anche perché si tratta di fondi extra, oltre a quelli già stanziati per Comites, CGIE, Camere di Commercio, promozione della lingua italiana nel mondo, made in Italy, internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane… Potremmo continuare.
Ma Fucsia ci provoca un sorriso quando afferma che, a proposito di italiani all’estero, “il governo Conte si è comportato come tutti gli altri governi”. E’ una bugia bella e buona, come abbiamo scritto sopra. Aggiungiamo: forse Nissoli si dimentica i tagli alla rete consolare degli ultimi decenni? Tagli inflitti da governi di destra e di sinistra, sempre sostenuti dalla signora residente negli Stati Uniti, che con il proprio voto in Parlamento, in occasione della manovra economica, ha avallato le pessime scelte dell’esecutivo. E ancora ha il coraggio di parlare?
L’azzurra Fucsia dunque, votando l’allora legge di stabilità, ha detto sì al massacro della rete consolare, falcidiata: oltre sessanta le sedi diplomatico-consolari chiuse tra il 2014 e il 2015. Ambasciate, Consolati e Istituti di cultura hanno chiuso i battenti un po’ in tutto il mondo. O Nissoli ha una pessima memoria o è in malafede. Senza contare i tagli alla diffusione della cultura italiana nel mondo, all’assistenza ai connazionali, ai fondi per far funzionare dignitosamente gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, quali Comites e CGIE.
Presenta un’interrogazione dopo l’altra, la deputata, persino sugli stessi temi: dev’essere dura di comprendonio. Proprio lei, che è rimasta mesi negli States, comodamente seduta a casa sua, senza mettere un piede in parlamento per un lunghissimo periodo, vuole dare lezioni? Ma ci faccia il piacere.
Steso un velo pietoso sulle dichiarazioni insulse e sul comportamento ondivago dell’On. Nissoli – che, ricordiamo, nel corso del tempo ha cambiato quattro o cinque gruppi parlamentari, abbiamo perso il conto -, un sorrisino ce lo provoca anche la sua collega La Marca.
La deputata Pd, infatti, è convinta che basti istituire una Giornata dedicata agli italiani nel mondo – è una sua proposta – per rimuovere quella che definisce “una cultura della marginalità e della sottovalutazione verso il ruolo degli italiani all’estero”. Suvvia, La Marca: ma lei ci crede davvero?
Gli italiani nel mondo non chiedono una Giornata celebrativa. Ma leggi a loro favore, aperture di sedi consolari, meno tasse e più riforme, come quella sul voto all’estero, un meccanismo elettorale che fa acqua da tutte le parti e che nessuno, dal 2006 ad oggi, si è preso la briga di migliorare. Quando verrà messo in sicurezza il voto degli italiani nel mondo? Domandona. Noi di ItaliaChiamaItalia da anni ci battiamo affinchè la classe politica romana intervenga su quella che consideriamo una vergogna a tutti gli effetti; eppure finora nulla si è mosso, al di là delle buone intenzioni.
L’unica forza politica che ha dimostrato seriamente di voler cambiare le cose a riguardo è stata da sempre il MAIE, quel Movimento di italiani all’estero presieduto da Ricardo Merlo; lo stesso Merlo che in questa legislatura, nella sua veste di Sottosegretario, fin da subito ha detto chiaro e tondo “basta avere migliaia di schede elettorali per le strade delle nostre città, è necessaria una riforma del voto all’estero”. Sta ancora lottando per questo, Merlo. Ma per vincere la battaglia ci vuole la volontà politica da parte di tutti, non solo del MAIE.
No, cara La Marca, una Giornata non basta. Qui ci vuole ben altro. Probabilmente, onorevole, le sfugge il fatto che per gli italiani all’estero in tanti anni gli eletti oltre confine non sono riusciti a cavare un ragno dal buco. La luce in fondo al tunnel i nostri connazionali hanno cominciato a vederla solo con il Sen. Merlo alla Farnesina, prima il buio più nero. Allora, onorevole, si impegni a trovare soluzioni adeguate alla cancellazione dell’Imu sulla prima e unica casa degli italiani all’estero, per esempio, o sulla questione della cittadinanza per chi l’ha persa, pur essendo italiano nel sangue. Altro che Giornata degli italiani nel mondo, i nostri connazionali non vogliono fatui riconoscimenti, ma misure concrete a loro favore. Buon lavoro.