Fabio Porta, ex deputato del Partito Democratico e oggi coordinatore del Pd Sud America, non andrà a processo per la querela sporta nei suoi confronti, nel 2018, dall’allora senatore Esteban Juan Caselli per il reato di diffamazione aggravata.
La Camera ha infatti approvato questa mattina la richiesta di insindacabilità contenuta nella relazione della Giunta per le autorizzazioni nei confronti dell’ex parlamentare, che in una intervista risalente all’11 marzo 2018 aveva denunciato presunte anomalie nei voti alla lista USEI in alcuni seggi di Buenos Aires, in relazione alle quali lo stesso Porta aveva presentato un esposto alla magistratura.
Caselli, eletto nel 2008 in Argentina e citato da Porta nell’intervista come caso anomalo per la propria elezione, aveva sporto querela per diffamazione.
Nella sua relazione all’aula, il presidente della Giunta per le autorizzazioni Lino Pettuzzi ha spiegato che “il tema dell’esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero, con particolare riferimento alla regolarità delle elezioni, ha senza dubbio occupato in maniera rilevante l’onorevole Porta nelle due legislature nelle quali è stato membro della Camera dei deputati” e che “si può ritenere che, quando l’onorevole Porta ha citato le elezioni del 2008 in analogia a quelle del 2018 come esempio di elezioni viziate da irregolarità, egli abbia ripetuto un suo convincimento più volte espresso sia in sede parlamentare sia in altra sede”.
Pertanto la relazione della Giunta, approvata dall’aula, ha trovato evidente “il nesso tra il lavoro svolto alla Camera e le opinioni espresse, che proprio per questo vanno assolutamente tutelate”, come ha spiegato anche il deputato di Leu Federico Conte in dichiarazione di voto.