ItaliaChiamaItalia si è spesso occupato, come quotidiano online, dei detenuti italiani all’estero. Anche la politica che a Roma si dedica agli italiani nel mondo, ha cercato più volte di affrontare la questione del mancato rispetto, in certi casi, dei loro diritti umani. Dall’India alla Repubblica Dominicana, dagli Usa al Brasile, i connazionali dietro le sbarre sono moltissimi. Quasi 3mila. Per la precisione, secondo dati della Farnesina, 2.935; la maggioranza di loro è detenuta in Germania, che ospita in carcere ben 1.168 italiani. Seguito, tra gli Stati europei, da Spagna (488), Francia (214), Belgio (195) e Svizzera (79).
L’America ha arrestato 426 italiani, e di questi ne ha già condannati più della metà: 214. Guardando all’America Latina, il record lo detiene il Venezuela (76), seguito da Perù (69) e Brasile (64).
Troppo spesso i detenuti italiani all’estero vengono sottoposti a condizioni di vita lesive dei più elementari diritti dell’uomo e sovente non ricevono cure mediche adeguate, né un’appropriata difesa legale. Le denuncie sono arrivate tante volte anche al nostro giornale. Le abbiamo sempre girate ai consoli e agli ambasciatori del posto in questione, ma non sempre le isituzioni italiane locali possono fare qualcosa; forse, non sempre lo vogliono davvero. Anche se Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, ha spiegato che il ministero degli Esteri, "presta particolare attenzione alla situazione dei nostri connazionali detenuti nelle carceri" all’estero, "effettuando visite consolari e garantendo l’assistenza necessaria". Purtroppo, nella realtà delle cose, non è sempre così. L’augurio è che l’Italia possa interessarsi di più ai suoi figli che oltre confine vivono una vita dietro le sbarre.
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