Presso il palazzo municipale di Castagnole, nel Torinese, fino alla fine di novembre, si può visitare la mostra intitolata “L’Emigrazione, alla ricerca di un futuro migliore” con cimeli, fotografie e documenti sui compaesani emigrati in Argentina a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento.
La mostra riporta anche testimonianze del piccolo Comune di Gessler (che ha da poco festeggiato i 150 anni di fondazione), gemellato con Castagnole: paesi fortemente legati perché Francesco Ceratto (che partì proprio da sotto il campanile di San Rocco per là trasferirsi con la moglie Francesca Viroglio di Vigone) donò il terreno per costruire la chiesa e, insieme ad altri coloni, raccolse i soldi per l’acquisto del materiale per costruirla.
In occasione del vernissage è stato presentato il romanzo “Come Ulisse” della castagnolese Giuseppina Valla, ed ispirato da una storia di emigrazione verso l’Argentina di una ragazza appena ventenne, partita da Cercenasco nel 1922, per raggiungere la cittadina di Devoto, tra Córdoba e Rosario.
A questa iniziativa si lega anche la mostra itinerante “Migrazioni italiane” a cura di Maddalena Tirabassi direttrice del centro Altreitalie, che rientra nel progetto “Turismo delle radici”, lanciato dal ministero degli Affari Esteri che punta a raggiungere italiani all’estero ed italo-discendenti.