Il 25 ottobre si è tenuto un seminario organizzato da Altagamma, da cui è emerso che il Brasile sembra essere davvero uno dei luxury market più promettenti tra le nuove economie emergenti. Un mercato, quello brasiliano, che per ciò che riguarda beni di lusso vale 2,3 miliardi di euro (1,3% del Global Luxury Market). Dal 2003, il mercato del settore è cresciuto in media del 45%. In particolare, due le città che negli ultimi 15 anni hanno saputo attirare i brand internazionali del lusso: San Paolo con il 70% del mercato nazionale e Rio de Janeiro con il 25% per un totale di 80 negozi.
Secondo l’intellighenzia presente al seminario, il segreto per chi vuole investire in Brasile è quello di essere estremamente cauti. Avere un distributore locale è fondamentale, uno che sia ben radicato sul territorio. Inoltre, bisogna avere pazienza e sapere che i primi risultati positivi arriveranno in un tempio medio-lungo.
In ogni caso i dati parlano chiaro e spingono a favore delle contrattazioni: dal 2005 il PIL è cresciuto a un tasso del 12%. La valuta si è rafforzata negli anni, stabile l’inflazione. E poi un forte aumento degli investimenti nel settore delle infrastrutture. Se pensiamo inoltre che il Brasile sta beneficiando del boom mondiale dei prezzi delle materie prime, capiamo bene che l’economia del paese sudamericano si sta rafforzando ogni giorno di più.
Un mercato davvero promettente, quindi, quello brasiliano, che tuttavia deve fare i conti con i dazi doganali e la burocrazia. I primi intervengono pesantemente sul prezzo finale al consumo che di media arriva a essere quattro volte quello europeo. Infine la burocrazia che rilasciando con il contagocce e in tempi biblici i permessi d’importazioni causa soprattutto per i settori stagionali, come la moda, un’enorme asimmetria tra la domanda e l’offerta.
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