"Con l’entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, – ricordano i parlamentari nella premessa – il Ministero degli affari esteri ha applicato il portato dell’articolo 9 della stessa a tutti i dipendenti della citata amministrazione il cui profilo contrattuale è quello sottoposto alla legge locale di cui all’articolo 93 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967; la fattispecie professionale e contrattuale entro cui ricadono i dipendenti cosiddetti a contratto è diversa da quella entro cui sono compresi i dipendenti pubblici sui quali ricadono gli effetti dell’articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, sussistendo una diversa regolamentazione giuridica del rapporto; l’articolo 9 prevede che: "per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, (…) non può superare in ogni caso il trattamento ordinariamente spettante per l’anno 2010 al netto degli effetti derivanti da eventi straordinari della dinamica retributiva (…)"; per i dipendenti a contratto, stante la peculiarità della posizione giuridica e fattuale, l’articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967 prevede che "la retribuzione annua sia fissata dal contratto individuale tenendo conto delle condizioni del mercato del lavoro locale, del costo della vita e, principalmente, delle retribuzioni corrisposte nella stessa sede da rappresentanze diplomatiche, uffici consolari, istituzioni culturali di altri Paesi in primo luogo di quelli dell’Unione europea, nonché da organizzazioni internazionali"; inoltre, stando allo stesso articolo, "la retribuzione annua base è suscettibile di revisione in relazione alle variazioni dei termini di riferimento di cui al precedente comma e all’andamento del costo della vita"".
"La suindicata questione – ricordano ancora Di Biagio e Menia – è stata oggetto di un atto di sindacato ispettivo in Commissione esteri in data 29 settembre 2010 che ha visto l’accoglimento da parte del Ministero degli affari esteri, degli impegni ad assumere iniziative normative al fine di escludere l’applicazione dell’articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010 convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, al personale a contratto del Ministero degli affari esteri, e a disporre gli adeguamenti retributivi per il personale a contratto in servizio in tutte le sedi a far data dall’ultimo adeguamento effettuato, e comunque a valere per il 2010, previa disposizione alle ambasciate a trasmettere i dati di competenza".
I due deputati segnalano quindi che "in data 12 ottobre 2011 il Consiglio di Stato si è espresso in merito alla non applicabilità del portato dell’articolo 9 alla categoria degli impiegati a contratto del Ministero degli affari esteri, nei confronti dei quali – ribadisce la sentenza – non è possibile indirizzare alcun blocco retributivo; in capo alla medesima categoria di lavoratori sussiste anche la criticità relativa alla confusione esistente in materia di tassi di cambio da applicare agli stipendi degli impiegati a contratto locale assunti dopo il 2003: malgrado il portato del decreto legislativo n. 103 del 2000 che prevede l’applicazione del tasso di cambio derivante dalla moneta locale in ambito di pagamento degli stipendi del personale a contratto, dal 2003 il Ministero degli affari esteri continua ad applicare erroneamente una norma contenuta in un decreto interministeriale disciplinante la situazione degli impiegati di ruolo non recependo di fatto la normativa regolante il rapporto di lavoro del personale in questione e le sue specificità".
"Risulta agli interroganti – si legge ancora nella premessa – che nel mese di gennaio 2012 il Ministero degli affari esteri abbia predisposto una nuova bozza di decreto interministeriale trasmessa all’IGOP (Ispettorato generale per gli ordinamenti del personale e l’analisi dei costi del lavoro pubblico) del Ministero degli affari esteri per ottenere un parere e una conferma alla volontà del Ministero degli affari esteri di sottoscrizione del decreto; malgrado svariati solleciti al citato ispettorato non risultano al momento riscontri; le suindicate criticità stanno mettendo in seria difficoltà la categoria e la stessa amministrazione degli affari esteri segnatamente in quei Paesi in cui il costo della vita è tra i più alti e dove il tasso di cambio è particolarmente svantaggioso".
Menia e Di Biagio sottolineano in proposito che "particolari problemi al momento sono sorti tra gli impiegati a contratto delle strutture diplomatico-consolari in Svizzera, Giappone, Canada e Brasile; in particolare, solo a Berna al momento risultano essersi licenziati 4 impiegati a contratto. I motivi sono da addurre sia ad aspetti economici sia alla mancanza di personale presso la sede. Tre degli impiegati tuttora in servizio presso la cancelleria consolare di Berna vengono ancor oggi remunerati in euro, nonostante il parere del Consiglio di Stato; questi dipendenti non riescono a far fronte alle difficoltà economiche che ne derivano. Essi hanno subito la decurtazione di un terzo delle loro retribuzioni; la derivante mancanza di personale a contratto presso l’ambasciata a Berna produce maggiori carichi di lavoro sui restanti impiegati, situazione che crea gravi disagi tra il personale ancora operativo, il quale non è più in grado di garantire il normale funzionamento della cancelleria consolare stessa rispetto alle richieste dei 40.000 cittadini italiani residenti nella circoscrizione; malgrado le pronunce del consiglio di Stato e dell’Avvocatura dello Stato in merito alla normativa da applicare agli impiegati a contratto e al riconoscimento salariale degli stessi, al momento non è stato varato il decreto interministeriale finalizzato al riadeguamento salariale degli impiegati, lasciando di fatto permanere la citata situazione di precarietà amministrativa e di palese malessere tra il personale della struttura diplomatica sottoposto a carichi e ritmi lavorativi deleteri per la loro integrità psico-fisica".
I due deputati chiedono quindi di sapere "quali iniziative di competenza intenda predisporre al fine di colmare la gravosa lacuna normativa in materia salariale in capo al personale a contratto, anche attraverso la stesura del citato decreto interministeriale, e come intenda intervenire al fine di risolvere le criticità sorte negli ultimi mesi presso la cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Berna".
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