Riportiamo integralmente l’articolo pubblicato nel numero di Forbes di novembre, dedicato agli italiani all’estero e al Sistema Italia nel mondo
Quando si parla di emigrazione italiana, spesso vengono in mente immagini di un passato lontano, con treni affollati di uomini e donne che lasciavano il loro paese con una ‘valigia di cartone’. Eppure, negli ultimi dieci anni, il flusso ha conosciuto una nuova crescita, diventando un’emergenza in un Paese con una bassa natalità e una popolazione sempre più anziana.
Si stima che siano più di sei milioni gli italiani che vivono all’estero e sono iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Dato che non tutti sono tracciabili, sono molti di più coloro che hanno lasciato l’Italia, pur mantenendo un legame affettivo e culturale.
Un sentimento che il nostro Paese prova a coltivare garantendo servizi e promuovendo attività commerciali e culturali. Ed è qui che gioca un ruolo chiave il sistema Italia, un meccanismo per la promozione dell’Italia nel mondo e la tutela dei suoi cittadini all’estero.
L’On. Massimo Romagnoli, imprenditore, ha assunto di recente il ruolo di presidente della V Commissione – Promozione sistema paese all’estero del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie), la cui visione è quella di promuovere lo sviluppo e l’integrazione del sistema Italia nei mercati internazionali, in linea con la nuova sensibilità politica.
“La V Commissione rappresenta il forte desiderio del governo di promuovere il sistema Italia a livello commerciale nel mondo”, dice Romagnoli.
“Fino a oggi, nonostante le buone intenzioni, non siamo mai riusciti a dar vita a un lavoro organico e di squadra. Adesso, con la mia presidenza, prendo l’incarico di far funzionare tutti gli ingranaggi in modo armonico, per far sì che finalmente si passi dalla teoria ai fatti”.
Il sistema Italia è composto da diversi attori che rappresentano il Paese all’estero e ne curano gli interessi. Ne fanno parte le ambasciate, i consolati, le camere di commercio, gli istituti italiani di cultura, l’Istituto commercio estero e l’Enit.
“Come commissione, tra le prime nostre azioni c’è quella di far visita alle ambasciate italiane nel mondo, con il coinvolgimento di tutti i consiglieri Cgie attivi a livello internazionale, per innescare un processo virtuoso”, aggiunge Romagnoli. “Credo che la condivisione di una visione e di un obiettivo comune sia il modo migliore di operare, soprattutto in ambito istituzionale”.
Romagnoli è convinto che la promozione dell’export italiano, uno dei pilastri dell’economia nazionale, e le gare d’appalto internazionali siano due temi fondamentali.
“La V Commissione Cgie sviluppa strategie per promuovere i prodotti e i servizi italiani nei mercati internazionali. Inoltre, vogliamo stilare un elenco delle gare d’appalto all’estero che sia di interesse per le imprese italiane e le spinga a partecipare”.
In questa direzione, aggiunge, è fondamentale creare un ambiente propizio alle esportazioni. Ed è qui che giocano un ruolo chiave la semplificazione delle procedure, l’agevolazione dell’accesso ai mercati esteri per gli imprenditori e la sicurezza, ossia la tutela delle imprese da minacce esterne.
Impegno che si traduce in una stretta collaborazione con le autorità estere e nel costante monitoraggio delle condizioni economiche e politiche nei Paesi di interesse.
“La promozione degli interessi italiani all’estero richiede un’interazione sinergica tra le istituzioni e gli organismi nazionali. La V Commissione lavorerà pertanto a stretto contatto con la rete diplomatica per promuovere nuove opportunità commerciali e affrontare le sfide internazionali con una visione innovativa e condivisa. Come presidente della commissione, riconosco il ruolo centrale svolto dalle associazioni italiane e dai Comites nell’appoggio alla comunità italiana all’estero e nella valorizzazione del made in Italy”.
Proprio per avviare questo percorso, anticipa Romagnoli, il Comites Belgio promuoverà l’iniziativa Imprenditalia, che premierà e valorizzerà il lavoro delle aziende italiane che da anni lavorano all’estero. In sintesi, un riconoscimento per chi ha deciso di fare impresa fuori dai confini nazionali, portando il made in Italy nel mondo.
“Sotto l’aspetto socio-economico, i nostri emigranti svolgono un ruolo fondamentale di ambasciatori del nostro Paese. Quella che si terrà a Bruxelles il 25 novembre sarà un’edizione ‘zero’, ma per i prossimi anni intendiamo allargare la platea dei candidati a tutto il mondo, perché tutti possano sapere che l’Italia non dimentica i suoi figli”.