Sergio Marchionne, durante un intervento a Washington, ha descritto come "semplicemente assurda" l’accusa di anti-italianità rivolta alla Fiat e al suo amministratore delegato. Per assicurare all’azienda condizioni di competitività "gli accordi che abbiamo siglato con la maggioranza dei sindacati e dei lavoratori sono necessari", ha sottolineato Marchionne.
Chi fa opposizione, fra l’altro, come la Fiom, lo fa in maniera politica: proprio il sindacato guidato da Susanna Camusso "è da sempre un’organizzazione più politica che sindacale". Le sue posizioni sono "parziali e datate", la Fiom è da sempre "più preoccupata di proteggere il proprio potere che gli interessi collettivi".
Marchionne, amministraore delegato del Lingotto e della Chysler, ha anche assicurato che la Fiat conferma il suo impegno nel risolvere i problemi che riguardano gli impianti italiani: noi, ha detto, vogliamo fare la nostra parte per "contribuire allo sviluppo del potenziale industriale italiano". Al ministero dello Sviluppo è stato convocato il tavolo volto a trovare un’intesa su Termini Imerese. "Fiat ha sempre reso chiaro che il raggiungimento di questo risultato dipende dal contributo di tutte le parti coinvolte per assicurare la governabilita’ dei siti produttivi".
C’è anche tempo per un commento sulla nomina a ministero degli Esteri di Giulio Terzi Sant’Agata, fino a pochi giorni fa ambasciatore d’Italia a Washingont. Per Marchionne Terzi è "davvero una brava persona. Per il ruolo di ministro degli Esteri non poteva essere fatta una scelta migliore".
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