In attesa di conoscere i sottosegretari del Governo Gentiloni, con la speranza che tra loro vi sia almeno uno degli eletti all’estero che tanto si sono dati da fare in campagna elettorale per promuovere il Sì al referendum tra gli italiani nel mondo, vorremmo sommessamente ricordare prima di tutto a noi stessi e poi ai nostri lettori e a chi rappresenta gli italiani all’estero in Parlamento, che i problemi che riguardano i nostri connazionali residenti oltre confine continuano. Imu, lingua italiana, servizi consolari, cittadinanza,… sono ancora tutti lì.
Con l’ultima sfornata di nomine di governo, ci auguriamo davvero si possa ritornare a parlare di questo, ovvero di come migliorare la qualità di vita quotidiana degli italiani nel mondo e di come cancellare una volta per tutte la discriminazione che persiste nei loro confronti quando si tratta di tasse sulla casa.
Chiariamoci: o gli italiani residenti all’estero sono italiani a tutti gli effetti, e noi pensiamo sia così, oppure sono cittadini di serie B e allora è giusto che vengano continuamente tartassati e bastonati, che poi è ciò che ha fatto Renzi con la chiusura di decine di sedi diplomatiche nel mondo e con l’imposizione di nuove e pesanti tasse.
Mentre l’Imu è stata cancellata per tutti, gli italiani all’estero, come è noto, pagano sulla loro prima e unica casa in Italia l’aliquota relativa alla seconda abitazione. Sono bei soldini. Per un piccolo appartamento che magari la nonna ti ha lasciato in eredità, ti tocca scucire tra i mille e i duemila euro l’anno, quando ti va bene. Mica bruscolini.
Ora la domanda è lecita: con questo governo Gentiloni ci sarà la possibilità di portare a casa qualcosa oppure è stato messo su giusto per arrivare a ottobre e assicurare così la pensione a tutti quei parlamentari che sono alla loro prima legislatura? No, perché se fosse così, allora ditelo. Faremmo in modo di non illuderci affatto.
Se però, come dichiarano i deputati Pd eletti all’estero in una nota, “durante questo nuovo passaggio della legislatura gli italiani all’estero non saranno spettatori, ma partecipi e destinatari delle soluzioni che si adotteranno”, e visto che i dem eletti oltre confine assicurano il loro impegno per una “politica attenta e amica verso gli italiani all’estero”, la speranza è che non si tratti dell’ennesima presa per i fondelli. Leggi, risultati, non chiacchiere da comunicati stampa: questo chiedono gli italiani nel mondo a chi ha il privilegio e la responsabilità – il lusso, direbbe qualcuno – di rappresentarli a Roma.
La questione Imu continua a gridare vendetta e non ci stancheremo di puntare su questo l’attenzione fino a quando questa ingiusta e odiata tassa verrà eliminata una volta e per sempre, per tutti.
Discussione su questo articolo