Lucio Malan è senatore e politico di lungo corso. Da poco nominato responsabile del Dipartimento italiani nel mondo di Forza Italia, è stato eletto per la prima volta a Montecitorio nel 1994 con la Lega Nord, passando poi a Forza Italia, PdL e ancora in Forza Italia. È stato anche segretario della Camera e del Senato. Nella scorsa legislatura ha ricoperto il ruolo di Questore del Senato.
Senatore Malan, lei è appena stato nominato responsabile del Dipartimento italiani nel mondo di Forza Italia. In che situazione trova il dipartimento dopo il passaggio di consegne dell’Onorevole Pessina? Vi siete incontrati e quali elementi sceglierà per la sua squadra, visto l’avvicinarsi del prossimo appuntamento elettorale?
Le cose politiche sono fatte di persone. Credo che il mio compito sia quello di valorizzare coloro che si sono dati da fare a qualunque titolo, candidati eletti e non, attivisti o coordinatori, facendo in modo che possano esprimere le loro idee e contribuire ai progetti di Forza Italia. È ovvio che con i tempi magrissimi in cui vivono i partiti non ci siano strutture particolarmente articolate. Ho collaborato con l’On. Pessina in occasione delle scorse elezioni, è per questo che si è pensato a me per questo ruolo. La mia scelta premia la continuità del buon lavoro svolto ma si premierà chi ha lavorato in questo senso, non pretendo ruolo di leadership.
Quali sono le iniziative per il futuro?
Nell’immediato abbiamo le elezioni europee, stiamo lavorando per strutturarci in vista di questo appuntamento anche sviluppandoci a livello informatico.
E’ vero che intende nominare il Sen. Fantetti coordinatore Fi per l’Europa e la Sen. Alderisi coordinatrice Fi per il Nord e Centro America, al posto dell’On. Nissoli?
Sulle persone dobbiamo stabilire con calma, voglio prendere le decisioni condivise per quanto riguarda i responsabili dei coordinamenti a cui dobbiamo fornire la migliore condizione possibile per lavorare.
Parteciperà alla prossima Plenaria CGIE, che si terrà a novembre alla Farnesina?
Non so se ne ho titolo, ma in caso lo farei con piacere. Se non dovessi essere presente, ci sono persone che rappresenteranno Forza Italia degnamente.
A proposito di elezioni, il Governo e il CGIE stanno lavorando sulla riforma delle modalità di voto all’estero. In che modo a suo avviso bisognerebbe cambiare questo sistema rendendolo più efficiente e sicuro?
È un problema di cui si sono occupati in molti. Il voto postale può essere oggetto di abusi che il voto presso i seggi elettorali non consente, dunque bisogna trovare delle soluzioni. Si potrebbe concentrare il voto nei consolati, ma vorrebbe dire tagliare fuori migliaia di persone che vivono lontane. Una soluzione sarebbe quella di estendere i luoghi di voto, l’altra quella di ampliare il controllo sull’identità dei cittadini avendo cura di verificare che i plichi arrivino alle persone giuste.
Da studiare la questione del voto on-line, anche se credo che vada avvicinata con molta prudenza, rischia di moltiplicare le possibilità di voto irregolare. È vero che la tecnologia progredisce a un livello tale che forse oggi esistono gli strumenti adatti. Il problema è che implica la partecipazione attiva di ciascuno dei nostri connazionali all’estero che spesso si accende solo a ridosso delle elezioni, la firma digitale sarebbe la soluzione ideale ma il problema è come produrla in tempi congrui. Le registrazioni devono essere fatte per tempo, è un passaggio costoso e richiede del personale che recepisca tutti i dati per tempo. Non ci sono soluzioni semplicissime per milioni di persone sparpagliate in tutto il pianeta.
Ricardo Merlo sottosegretario agli Esteri, la prima volta di un eletto in un collegio estero al Governo. Come giudica il lavoro svolto da lui e dal suo ufficio finora?
Credo sia ancora in una fase preparatoria, normale vista la nomina molto recente. Ci vuole tempo soprattutto in un settore delicato e articolato come questo. Confido e spero in un buon risultato.
Finalmente è arrivato il documento sulla manovra del Governo, ha rilasciato dichiarazioni molto critiche al riguardo.
È un documento con dentro alcune cose giuste e desiderabili ma nell’insieme, lì dove ci sono grosse cifre, andiamo nella direzione sbagliata. Siamo un paese che ha grossi debiti e questi non sono stati fatti invano. Indebitare ulteriormente il Paese, discostandosi dal lavoro di rientro non per investire sulla produttività ma con misure di carattere assistenziale non va bene. È mal giudicato dai mercati, ma soprattutto non dà prospettiva di rilancio. Tutti i paesi vedono al ribasso le nostre previsioni di crescita, già non entusiasmanti sebbene discrete. L’Italia, che già era il Paese che cresceva di meno all’interno dell’Unione Europea, con questa manovra si mette in direzione decisamente negativa. E poi non ci sono serie riduzioni delle imposte.
E sul reddito di cittadinanza?
Promette 780 euro al mese a tutti coloro che ne guadagnano di meno, ma ci sono i soldi solo per darne 80. In Italia ci sono 5 milioni di persone in povertà assoluta e 9 milioni in totale, quindi c’è spazio per dare questo tipo di sussidio a meno di 1 milione di persone. Un vero e proprio imbroglio per giunta soggetto a ogni forma di abuso, tipico sarà l’utilizzo del lavoro in nero con l’aggiunta del sussidio.
Aspetto ancora più pericoloso è che chi non farà nulla prenderà i 780 euro, ma c’è gente che lavora 40 e più ore alla settimana per guadagnarne 800 o magari meno. Ma anche a chi guadagna di più converrà stare a casa, è un incentivo al non-lavoro e al nero. E le pensioni: 780 euro a tutti ma non aumentano quelle di chi sta sopra questa cifra. Chi ha lavorato e versato i contributi per tutta la vita guadagnerà come chi non l’ha mai fatto. È un forte incentivo all’evasione. Come ho già detto, il reddito scatterebbe a marzo e questa sembra un manovra elettorale a ridosso delle elezioni europee. La più costosa campagna elettorale in Italia per una misura che non risolve i problemi di chi riceve questi soldi ma anzi incentiva all’inattività.
C’è una certa distanza tra voi e la Lega in questo momento. Ma il centrodestra esiste ancora?
Per quel che riguarda noi, sì. Ci siamo presentati insieme alle ultime elezioni politiche e regionali con ottimi risultati e abbiamo già diversi accordi per le prossime amministrative. Per quanto sta a noi, anche alle prossime politiche saremo in grado di mettere in campo una alleanza con la Lega vincendo con la maggioranza dei seggi per mettere in atto il nostro programma condiviso, non con un pezzo del Centrodestra e il resto del M5S. Sulle europee non ci sono alleanze trattandosi di un proporzionale puro ma ci potrebbero essere degli accordi in sede europea.
Lei ha un passato nella Lega Nord, sebbene remoto. Oggi è un partito molto diverso da quando si candidò col Carroccio.
Sono due cose molto diverse. Oggi è un partito con componenti molto di destra, a differenza di quanto dichiarava Bossi nel ’94 quando avevo già lasciato il partito. La Lega di un tempo era anti-statalista, mentre questa manovra è in direzione contraria. La Lega non è cambiata solo negli uomini, come è ovvio a distanza di molti anni, ma anche nelle idee.