Una sorta di identikit del turista delle radici che vuole tornare a “vedere” i luoghi degli antenati. E’ quello che è stato tracciato nel corso di una convention che si è tenuta al Ttg di Rimini e dedicata ad un’analisi di Confcommercio e Swg.
1) Il nostalgico. Sarebbe il migrante di prima generazione che ha un legame molto forte con l’Italia, tanto che ne coltiva lingua e tradizioni pur risiedendo all’estero. Per questa categoria il viaggio di ritorno verso le proprie radici è un modo per raccontare la propria storia ai familiari, muovendosi in un contesto che ricorda bene.
2) L’ambassador. Torna con frequenza in Italia soprattutto per motivi lavorativi. È un italiano in ogni suo pensiero verso la terra natia e organizza, appena possibile, un viaggio con la propria famiglia, ma non perde l’occasione per raccontare del suo Paese ai propri conoscenti, esercitando una certa influenza e suscitando molta curiosità nella comunità estera di riferimento. Il suo è un ruolo di testimonial delle comunità di origine e un tour operator efficace.
3) L’oriundo. Si tratta dell’italiano di seconda generazione, che non si sente solo italiano, ma porta con se le “contaminazioni” del paese estero in cui vive (Argentina, Stati Uniti, Canada e altre nazioni). Ama approfondire i racconti delle sue origini e i suoi sono viaggi nel tempo attraverso i borghi, i luoghi, gli oggetti che narrano di un tempo non molto lontano, ma mai vissuto direttamente. Il suo viaggio è un programma esperienziale alla riscoperta del proprio passato familiare.
4) Il curioso. Categoria che vuole scoprire l’italian style non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. Il suo viaggio è dettato dalla curiosità di scoprire luoghi che ha visto al cinema, letto nei libri o sui social.