Al Ministro degli Affari Esteri, on. Angelino Alfano
E p.c.
Al Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, dott.ssa Elisabetta Belloni
All’Ambasciatore d’Italia in Germania, S.E. Pietro Benassi
Al Console Generale d’Italia a Monaco di Baviera, dott. Renato Cianfarani
Al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, dott. Francesco Ziosi
Al Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone
Al Presidente del Comitato dei Presidenti dei Comites della Germania, dott. Tommaso Conte
Ai parlamentari della Circoscrizione Estero, Ripartizione Europa
Ai mezzi di stampa
Oggetto: rischio di danni politici o erariali a Monaco di Baviera
Monaco di Baviera, 14 marzo 2017
Gentile signor Ministro,
Il Suo Ministero intende vendere le sue proprietà a Monaco di Baviera. Queste sono:
– La prestigiosa sede del Consolato Generale, una villa costruita nel 1901 per la famiglia Kustermann e nostra sede diplomatica dal 1951, sotto tutela storica (si veda: Willibald Karl, “Die Möhlstraße. Keine Straße wie jede andere”, Buchendorfer Verlag, München, 1998 – pagine 29, 49, 100)
– La sede dell’Istituto Italiano di Cultura, costruita nei primi anni ’50 e significativamente segnalata nelle riviste tedesche di architettura (si veda: “Das Italienisches Kulturinstitut in München. Architekten W. Und F. von Gumberz, München“, in “Die Kunst und das schöne Haim“, 53. Jahrgang, Heft 7, April 1955, pagine 265-269)
– La villa con giardino utilizzata fino ad alcuni anni fa dai servizi segreti italiani, ormai inutilizzata e passata di proprietà al Ministero degli Affari Esteri nel 2012 (si veda “Peccato!” in “Corriere d’Italia”, settembre 2013, pagina 17)
A parte la comprensibile dismissione della ex-villa dei servizi segreti, la vendita degli altri due immobili – a nostro parere – lascia intravvedere solo due possibili sviluppi:
1. La chiusura della rappresentanza diplomatica e culturale italiana a Monaco di Baviera;
2. Oppure il trasferimento delle sedi di rappresentanza.
Se l’intenzione fosse quella della chiusura, facciamo presente che la Baviera è il Land di gran lunga più influente e ricco della Germania, rappresenta da sola uno dei maggiori partner commerciali dell’Italia (tra l’altro interessata da anni ad un rapporto più stretto col bacino adriatico italiano in alternativa al porto di Amburgo) e riveste un ruolo strategico nel quadro del necessario rilancio dell’Unione Europea.
Per questi motivi la decisione della chiusura sarebbe una scelta politicamente sbagliata.
Se invece si volesse mantenere la rappresentanza diplomatica e culturale, facciamo presente che il mercato immobiliare a Monaco di Baviera è da anni in incalzante espansione (siamo ormai a prezzi da 9.000 a 20.000 Euro al m2) e tutte previsioni a breve e medio termine parlano di un’ulteriore accelerazione della crescita dei prezzi. In queste condizioni, vendere degli immobili pregiati per acquistarne degli altri rischia di essere un’operazione a perdere.
L’eventuale ipotesi alternativa di affittare dei locali vanificherebbe in pochi anni gli introiti della vendita degli immobili (i costi d’affitto per gli spazi necessari si aggirerebbero ragionevolmente sulle diverse decine di migliaia di Euro mensili).
Sia nell’ipotesi di acquisto che in quella di affitto di nuovi locali, il rischio di un danno all’erario non è affatto trascurabile.
Per questi motivi chiediamo a Lei, signor Ministro,
1. Nel caso il Ministero intendesse chiudere le sedi di rappresentanza in Baviera:
– Come intende proseguire i rapporti con la Baviera, vista l’importanza che questo Land continuerebbe comunque ad avere nell’ambito dei rapporti italo-tedeschi ed europei?
2. Nel caso il Ministero intendesse acquistare o affittare nuove sedi di rappresentanza:
– Sono state fatte tutte le dovute valutazioni della situazione, con una analisi dei costi e dei benefici dell’operazione di eliminazione degli immobili attuali e dell’acquisto o affitto di nuovi locali?
– Si è tenuto conto dell’andamento del mercato immobiliare di Monaco?
– Come si intende procedere alla stima dei valori dei beni da alienare e di quelli da acquistare?
– Nella valutazione degli attuali immobili, sono stati considerati anche gli introiti derivanti dalle attività in corso o previste presso l’Istituto Italiano di Cultura (corsi, affitto sale, ecc.), introiti che potrebbero verrebbero a mancare se i nuovi locali non permettessero tali attività?
– Come si intendono valutare le esigenze del Consolato e dell’Istituto Italiano di Cultura nella ricerca dei nuovi locali (sale per uffici e per archivi, aule per corsi e manifestazioni, ecc.)?
Restando in attesa di un Suo riscontro, La ringraziamo per l’attenzione e porgiamo
i più cordiali saluti
Claudio Cumani Daniela Di Benedetto
(Presidente del Comites dal 2004 al 2015) (Presidente del Comites dal 2015)
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