Dopo le elezioni del 4 marzo sono scoppiate le solite polemiche riguardanti il voto degli italiani nel mondo. Il meccanismo con cui votano gli italiani all’estero è stato definito dall’On. Fabio Porta, Pd, “un imbroglio in scala industriale”. Se lo dice lui, che di politica ed emigrazione se ne intende parecchio, possiamo crederci.
ItaliaChiamaItalia da dodici anni ormai, ovvero da quando gli italiani oltre confine votano per corrispondenza, porta avanti una battaglia che riteniamo sacrosanta: cambiamo il voto all’estero, perché fa acqua da tutte le parti. Tra brogli e irregolarità di ogni tipo, nascondere la polvere sotto il tappeto non serve più e anzi potrebbe rivelarsi controproducente. Mai più un voto all’estero così.
Il nostro giornale da diverse settimane è tornato ad affrontare l’argomento, visto che anche in occasione delle Politiche 2018 non sono mancate le polemiche. Sul tema del voto oltre confine abbiamo ascoltato diversi parlamentari eletti all’estero, intervistato il viceministro degli Esteri Mario Giro, raccolto opinioni di elettori italiani nel mondo. Sono tutti d’accordo sul fatto che il voto estero vada rivisto. Sì, ma come?
LA PILLOLA VIDEO DEL DIRETTORE | Ricky Filosa: “Mai più un voto all’estero così”
ItaliaChiamaItalia propone da tempo un sistema misto, che comprenda anche l’opzione per l’elettore di votare online. Esistono diverse proposte di legge in Parlamento che puntano sul voto elettronico per gli italiani nel mondo, una su tutte quella dell’ex senatore di Forza Italia Antonio Razzi. Tuttavia, fino ad oggi nulla è cambiato. Resta inoltre quello scetticismo nei confronti di una soluzione innovativa e tutto sommato meno costosa, come se l’Italia non fosse pronta a guardare al futuro.
L’ESPERTO
Proprio per approfondire la tematica del voto online, abbiamo contattato Cristiano Bernacca, direttore commerciale Italia e Spagna di Scytl, una società Europea pioniera nella ricerca, sviluppo e studio della crittografia applicata a sistemi di votazione on line. I fondatori sono stati infatti i primi studenti in Europa, ormai vent’anni fa, a pubblicare tesi sui sistemi crittografici applicati al voto on line.
“Abbiamo gestito le elezioni Spagnole del 2015, 19 su 21 Governi a livello mondiale utilizzano la nostra tecnologia sia nella fase PRE, che in quella POST elettorale, oltre ovviamente al voto elettronico”, spiega Bernacca a ItaliaChiamaItalia.it, poi aggiunge: “Recentemente abbiamo organizzato una consulta interna per la SPD in Germania, sull’importante tema dell’adesione o meno alla GrosseKoalition, attraverso la quale il Partito ha chiesto ai suoi elettori di esprimere la propria opinione in merito”.
“La maggior parte delle Università spagnole votano utilizzando i nostri sistemi, così come la Guardia Civil, numerosi ordini professionali e imprese private”. Tra le altre cose, hanno fornito la propria tecnologia anche alla Francia, “per le elezioni dei francesi residenti all’estero”.
Insomma, si tratta di una società di grande esperienza, che opera a livello internazionale, mondialmente riconosciuta. Quando affrontano il tema che riguarda il voto online, sanno certamente di cosa stanno parlando.
Con Cristiano Bernacca abbiamo voluto approfondire ulteriormente e capirne di più. Ecco qui di seguito la nostra intervista, leggetela con attenzione. Torneremo a parlarne nei prossimi giorni.
Il vostro sito è tradotto in diverse lingue, ma non in Italiano. Come mai?
Da vent’anni operiamo sul mercato. Essendo uno spin off della UAB (Universidad Autonoma de Barcelona) la società ha iniziato con il mercato spagnolo, espandendosi poi in Sud America, Nord America ed Europa, con particolare attenzione a Francia, Svizzera e Germania. Solo da quest’anno si è è ritenuto interessante iniziare a verificare la maturità del mercato italiano, anche se in realtà ci sono stati incontri con rappresentanti delle istituzioni in Italia, ma i tempi non erano ancora maturi.
Dunque finora in Italia non avete mai lavorato?
L’Italia è sempre stato un Paese abbastanza restio all’introduzione di nuove tecnologie, che sono poi state comunque adottate, ma solo in seguito alla verifica di funzionamento in altri Paesi. Non ci sono mai state persone che parlavano italiano nella compagnia e anche questo credo abbia costituito una barriera in entrata.
Una delle obiezioni che vengono fatte al voto online è che potrebbe dimostrarsi poco sicuro e facilmente manipolabile (in realtà le stesse identiche accuse che vengono fatte all’attuale sistema con cui votano gli italiani nel mondo, ndr). Voi come rispondete?
Rispondiamo in due modi. Ammettiamo che fosse vero, il voto on line avrebbe comunque un grande vantaggio rispetto al voto tradizionale, ovvero la tracciabilità e verificabilità in tempo reale di brogli e manipolazioni. Ci sono meccanismi di sicurezza verificabili matematicamente che possono portare all’annullamento dell’elezione o alla verifica dello specifico episodio sospetto, cosa che non si potrebbe fare con il voto tradizionale.
Seconda ipotesi. Il voto elettronico viene spesso giudicato da persone che non hanno elementi nè conoscenze approfondite della criptografia per poter appieno esprimere un giudizio oggettivo. La nostra tecnologia assicura privacy e integrità del voto durante tutto il processo di voto e piena verificabilità alla fine dello stesso. Di tutte le esperienze che abbiamo avuto nel mondo, e per darvi un termine di grandezza, parliamo di 100 mila elezioni circa, MAI, nemmeno in un caso, si sono verificati problema, brogli o manipolazioni.
Avete mai avuto incidenti di percorso, chiamiamoli così, durante la vostra esperienza con il voto online?
Problemi non riconducibili alla nostra tecnologia, ma tipici di ogni elezione. E’ successo che abbiano cercato di attaccarci e come già ho avuto modo di dire in precedenza, il sistema ha non solo riconosciuto, ma anche respinto questi tentativi di attacco
Proprio di recente si è tornato a parlare di voto online in relazione al voto degli italiani residenti all’estero. Secondo voi sarebbe applicabile il vostro sistema al voto dei nostri connazionali oltre confine?
Sarebbe assolutamente applicabile e auspicabile in termini di affidabilità, privacy, sicurezza, tornaconto economico per i contribuenti e soprattutto verifica dei voti che potrebbe essere fatta in mezz’ora circa, a fronte delle 5/6 settimane che servono adesso, 5/6 settimane in cui le schede viaggiano per il mondo in buste di carta e vengono poi conservate in un deposito a Castelnuovo di Porto.
Voi avete lavorato anche per il governo francese, in occasione del voto dei francesi residenti all’estero. Ci vuole raccontare quella esperienza? Quali sono state le difficoltà? Il sistema ha funzionato secondo le aspettative o ci sono stati degli intoppi?
I vari governi francesi hanno cominciato nel 2009 ad interessarsi alla nostra tecnologia e in generale ai processi di voto on line. Nel 2011, 2012, 2014 hanno poi implementato varie nostre soluzioni (che non si limitano al voto online).
Le difficoltà come potete immaginare sono state legate alla fase di preparazione, consulenza al Governo in termini di adattamento del sistema ai loro processi elettorali e discussioni di tipo tecnico. Il sistema ha funzionato secondo le aspettative, risultando il canale di voto più utilizzato dai residenti all’estero.
Qual è la differenza tra ricevere le schede elettorali sul proprio pc o votare online?, anche al di là del meccanismo in sé.
E’ una differenza sostanziale. Nel primo caso si riceve la scheda elettorale direttamente sul terminale, ma va stampata e poi si può decidere se inviarla VIA POSTA al consolato o portarla fisicamente al consolato, quindi non si può parlare in maniera corretta di on line voting. Il voto on line prevede che si voti attraverso la rete da remoto e si invii il voto digitalmente. L’on line vote permette di portare l’urna a casa del votante, e non viceversa. E’ un cambio di paradigma assoluto.
Dunque con il vostro sistema di voto online le persone potrebbero votare anche da casa, con un semplice clic sul proprio pc, e persino attraverso lo smartphone, ovunque esse siano?
Corretto. E aggiungo, senza dover installare plug in o scaricare applicazioni che potrebbero essere portatrici di virus, malware o semplicemente essere troppo complicate per persone con poca conoscenza informatica.
Quanto potrebbe costare un sistema come il vostro per far votare gli italiani nel mondo?
La nostra è una soluzione, non un prodotto. Come tale è integrabile, scalabile e customizzabile, quindi darvi un prezzo senza sapere di quanti votanti stiamo parlando e quali integrazioni sono richieste è praticamente impossibile. Diciamo che quanto più grande è l’elezione, quanto più vantaggioso è utilizzare il voto on line in termini di ritorno dell’investimento.
In seguito all’utilizzo del voto online in diversi Paesi del mondo, in occasione di diverse elezioni, quali sono stati i benefici riscontrati in generale e più in particolare per quanto riguarda l’aspetto della partecipazione dei cittadini al voto, ovvero dell’affluenza?
Sarò molto onesto. Anche se si parla molto di aumento di partecipazione dovuto al voto elettronico, in realtà la partecipazione dipende dalla politica e dall’interesse che può creare o meno nei cittadini. Con il voto on line si offre alla cittadinanza un canale in più per esprimere la propria preferenza.
Dati alla mano, però, è assolutamente vero che in tutte le elezioni nel mondo che prevedono diversi canali di voto simultanei (postale, presenziale, on line) il voto on line raggiunge sempre percentuali molto più alte di partecipazione. Sempre rifacendomi alle elezioni per i cittadini francesi all’estero, il voto postale ha totalizzato il 3% mentre l’on line il 60%.
Secondo i dati che avete potuto raccogliere, gli elettori che hanno potuto utilizzare il sistema di voto online, lo hanno apprezzato? Qual è stato il feedback che avete ricevuto?
I pareri sono sempre stati molto positivi, lo testimonia il fatto che chi utilizza il voto on line e lo fa per diverse elezioni difficilmente torna indietro.
Avete già avuto contatti con rappresentanti politici o istituzionali in Italia? Qual è stato il riscontro?
Sì, devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla disponibilità e dall’interesse che ho trovato a livello istituzionale in Italia. Già la prossima settimana siamo stati chiamati per un incontro con alcuni dirigenti dell’ufficio elettorale centrale alla Farnesina, per iniziare a parlare di voto on line per gli italiani residenti all’estero. Ci sono anche altri esponenti del mondo politico che mi hanno contattato e spero di poter presentare quanto prima anche a loro la nostra soluzione.