Benedetto Della Vedova, di +Europa, lo scorso primo marzo è stato nominato Sottosegretario agli Esteri. Un paio di settimane dopo ha ricevuto, tra le altre, la delega per gli italiani nel mondo. Ad oggi, a due mesi di distanza, non ha ancora rivolto nemmeno un saluto, un pensiero, agli italiani all’estero. Nulla.
In questo, lo dobbiamo dire, somiglia molto al presidente del Consiglio Mario Draghi, che pubblicamente non ha mai neppure pronunciato le parole italiani nel mondo nella stessa frase. Ci pare di sentirlo, Draghi: oltre confine vivono sei milioni di italiani all’estero? Chissenefrega, noi abbiamo già troppi problemi in Italia per pensare anche a loro.
Che tristezza. Che brutto ritorno al passato, cari amici di ItaliaChiamaItalia; a quando di italiani nel mondo se ne occupava un romano, senza alcuna conoscenza del tema e senza alcun reale interesse nei confronti del mondo dell’emigrazione.
Che fare, dunque? Visto anche che tutti gli eletti all’estero sono in maggioranza, chi solleciterà il governo – davvero, non a chiacchiere – ad occuparsi di italiani all’estero e di Sistema Italia come si deve? Ci penserà il CGIE? Al di là delle buone intenzioni del Segretario generale Michele Schiavone, sappiamo bene che il Consiglio degli italiani all’estero, purtroppo, è sempre stato un po’ snobbato dai diversi esecutivi. Ci penseranno i nostri rappresentanti parlamentari? Difficile. Come detto, sono tutti in maggioranza e quindi l’andazzo è un po’ quello del zitti e mosca. E comunque, sappiamo ormai anche questo, il peso politico a Roma della maggior parte di loro è uguale a zero. E allora?
Tocca a noi, ragazzi. Tocca a voi. Sollecitare, farci sentire, comunicare. Protestare. Tocca a tutti noi. Sui social, sui giornali, con il passaparola, con iniziative sul territorio, ove possibile. Tocca ai Comites, all’associazionismo italiano nel mondo, ai movimenti di base, al volontariato. Ancora una volta, come già accaduto in passato (penso alla lotta per la riapertura dell’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo: battaglia vinta dalla comunità, quando all’inizio avevamo tutti contro), dobbiamo essere noi a prendere in mano le redini del nostro destino. Le elezioni Comites che si terranno a dicembre potranno essere un’opportunità di rinnovamento, un segnale da inviare – anche in vista delle Politiche – a quella Roma sorda nei nostri confronti: noi italiani nel mondo ci siamo, amiamo l’Italia forse più di voi che ci vivete, vogliamo essere protagonisti delle scelte del nostro Paese. Sarebbe un bel messaggio alla Capitale dell’indifferenza.