“Nella solita velina scritta a Roma e firmata all’estero, mi fanno dire che il mio apprezzamento per un bando di concorso per contrattista emanato dal consolato di Toronto rappresenta il riconoscimento che sotto l’illuminata guida del Sottosegretario Merlo le cose stanno finalmente cambiando. Qualunque sia il giudizio politico su questa sfortunata fase di governo e sul nulla che caratterizza la gestione della delega per gli italiani nel mondo, non si può certo dire che l’entourage dello stesso Sottosegretario si distingua per senso del ridicolo”. Lo dichiara in una nota l’On. Francesca La Marca, PD.
“Prendere a pretesto l’assunzione di un contrattista per un giudizio generale sulle politiche verso gli italiani all’estero è come vantarsi, dopo avere mangiato un bruscolino allo stadio, di avere cenato a champagne in un ristorante a cinque stelle. Senza per altro avvertire il pudore di rinunciare a un incensamento propagandistico di chi, come il Sottosegretario Merlo, resta pietrificato nel suo silenzio proprio nelle ore in cui alla Camera la maggioranza, di cui il MAIE è impalpabile espressione, sta distruggendo la rappresentanza degli italiani all’estero”.
“Anziché governare, si continua a mistificare, come quando si dice che il governo ha stanziato 50 milioni nel 2019 al sostegno della lingua e della cultura italiana all’estero, quando anche le pietre sanno che quei soldi vengono dal Fondo istituito dal centrosinistra e proiettato nel quadriennio fin dal luglio del 2017. Così si continua ad affermare che sta arrivando nuovo personale nei consolati quando si tratta dello stock deciso dal Governo Gentiloni, mentre del pacchetto magnificato con l’attuale legge di bilancio nemmeno un lavoratore ha finora preso servizio”.
“Non desidero comunque ripagare gli imbonitori della stessa moneta. Eviterò di fare l’elenco dei miei atti parlamentari, dei contatti con consoli e ambasciatori, dei periodici incontri con i dirigenti del MAECI per richiamare l’attenzione sulla situazione dei servizi consolari nel nord e centro America e, nel nostro caso, nel consolato di Toronto, nella cui ripartizione vivo ed opero. Non mi interessano le sfilate con i pennacchi, ma i fatti”.
“Per questo – conclude La Marca – ribadisco che, grazie a tutte le sollecitazioni da qualunque parte operate, a partire dalle mie, con il bando di assunzione di un contrattista un piccolo passo è stato fatto e tanti, a Toronto e in tutto il mondo, restano da fare. Tutti usino il loro tempo per compiere concretamente questo cammino e non per perdere tempo con enfatizzazioni propagandistiche che fanno ridere e magari arrecano allo stesso interessato più discredito che vantaggi”.