Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, dal 1801 al 1809, uno dei ‘Padri Fondatori’ e il principale autore della Dichiarazione d’Indipendenza, aveva anche una grande passione che si chiamava viticoltura.
Jefferson dietro al muro del giardino di casa, aveva due vigneti ed è stato descritto anche come il primo grande coltivatore d’America, ma anche come il primo e il più grande ‘protettore’ del vino in America. Aveva un
amico italiano, Filippo Mazzei, col quale vicino a Monticello, in Virginia, cominciò a coltivare la vite. Un lavoro paziente e difficile, perchè all’epoca in quelle zone c’erano parassiti capaci di distruggere qualsiasi lavoro. Se Thomas Jefferson nella sua vita era riuscito a realizzare un sogno grande come quello dell’Indipendenza americana, ne aveva anche un altro. Era convinto che la Virginia avrebbe potuto produrre vini di altissima qualità.
Erano gli inizi dell’Ottocento e per vedere realizzato quel sogno, di anni la Virginia ne ha dovuti aspettare, ma la costanza ha dato ragione al terzo Presidente degli Stati Uniti. Ma se allora Thomas Jefferson per la sua vigna si faceva consigliare e aiutare da Filippo Mazzei, quasi due secoli dopo è stato grazie a un altro italiano che il vino della Virginia ha finalmente potuto toccare quelle vette che Jefferson aveva previsto. Infatti la nuova storia, vincente del vino della Virginia, è cominciata nel 1976 quando Gianni Zonin, una famiglia notissima sulle tavole degli italiani e non solo, acquistò una ex piantagione di tabacco diventata poi Barboursville Vineyard. La gente del luogo, quando vide arrivare quell’italiano con quelle idee sui vigneti e sul vino, gli disse quei quel posto era da dedicare alla coltivazione del tabacco e non certo all’uva. Gianni Zonin però,
con tutta la grande esperienza alle spalle, in Italia nel mondo dei vigneti e del vino, non diede ascolto a quei suggerimenti. E Barboursville Vineyard è diventato nel tempo, in breve tempo, un esempio, il pioniere in Virginia, e il sinonimo di successo. Da quei giorni così strani per i locali, che proprio non ci credevano al vino, a oggi la situazione è radicalmente cambiata e grazie all’impulso di Zonin la Virginia è diventata il quinto stato produttore di vino di tutti gli USA. Vengono da ogni parte degli States gli enologi, ma anche dall’Europa, Italia e Francia comprese. Il business legato al vino, con l’appoggio finanziario che è arrivato anche dall’ufficio
del governatore, è cresciuto in maniera esponenziale. Non si contano le cantine, i produttori che hanno seguito l’esempio di Zonin e questo movimento, sempre crescente, ha portato in Virginia dollari e anche turismo.
L’ultimo arrivato, a conferma che vigneti e vino assieme possono tramutarsi in un affare, è stato il milionario Donald Tramp che l’anno scorso ha acquistato la cantina Kluge Winery che si trova vicino a Charlottesville. Solo in cinque anni, dal 2005 al 2010, in Virginia le cantine si sono duplicate, arrivando a toccare quota 193, mentre la produzione ha avuto un +37% arrivando a 440.000 casse l’anno. Il valore delle vendite al dettaglio è salito a 73 milioni di dollari, da 43, sempre nel periodo dal 2005 al 2010. Poi il settore che si può chiamare ‘turismo vinicolo’ ha registrato un’altra impennata, arrivando a 131 milioni di dollari, il doppio rispetto a cinque anni prima. E solo l’anno scorso sono state vendute 5,5 milioni di bottiglie di vino prodotto in Virginia. Un boom creato da Gianni Zonin, grazie al suo intuito e grazie anche al fatto di avere creduto a quello che Thomas Jefferson diceva quasi due secoli prima. Che il vino rappresenti ormai un prodotto di cui la Virginia si sente orgogliosa, lo ha dimostrato poi il Governatore Bob McDonnell che è diventato una specie di testimonial
portando con sè i migliori vini nei viaggi a San Francisco, a Montreal e anche in India. "Mentre la qualità complessiva dei vini della Virginia continua a migliorare – ha spiegato Jay Youmans, enologo di Washington
– c’è ancora un forte gap tra i migliori produttori e quelli che invece si trovano nella zona bassa della graduatoria".
Ma quali sono i vini per i quali la Virginia è maggiormente rinomata? Dai rossi Bordeax, poi Merlot, Petit Verdot e Cabernet Franc. Un bianco promettente è il Petit Manseng, che emana aromi di frutta candita,
miele e spezie. Si tratta di un vitigno versatile che può diventare un vino secco, semisecco o da dessert. Ma, e non poteva essere altrimenti, c’è anche un vino tradizionalmente italiano che in quelle terre sta avendo successo: il Vermentino.
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