Alessandro Cairo, direttore de L’Eco d’Italia, testata italiana edita in Argentina, dichiara in un’intervista: alcuni direttori di giornali per gli italiani all’estero hanno il coraggio di pubblicare anche cose scomode, senza paura, e questo vuol dire fare bene il lavoro di giornalisti. Cairo cita, come esempi, "Mimmo Porpiglia – direttore di Gente d’Italia – e Ricky Filosa – direttore di ItaliaChiamaItalia". Non possiamo fare altro che apprezzare. Il fatto poi che il mio nome venga affiancato a quello di Mimmo Porpiglia, un maestro per me, non puo’ che riempirmi d’orgoglio. Ringrazio Cairo, e giro i suoi complimenti a tutti i componenti della squadra del nostro quotidiano online.
Detto questo – e perdonatemi se mi sono citato -, il tema del mio intervento di oggi è ancora una volta quello che riguarda l’informazione dedicata agli italiani nel mondo, e in particolare Rai Internazionale. Soprattutto in vista dell’appuntamento fissato per il 3 settembre a Firenze, quando si parlerà appunto del ruolo di Rai Internazionale nel mondo. Sì, perchè il canale della televisione pubblica italiana che è diffuso oltre confine è dedicato agli italiani all’estero, ma non solo; Rai Internazionale è in realtà – o almeno dovrebbe esserlo – una vetrina del Sistema Italia nel mondo. Cosa vuol dire? Vuol dire che Rai Internazionale dovrebbe essere un canale d’informazione dedicato in particolare al mondo dell’emigrazione e a tutto ciò che ha a che vedere con i connazionali residenti oltre confine, e quindi alla politica che a Roma si occupa di loro, alle iniziative che dalle Americhe all’Australia gli italiani mettono in piedi, alle informazioni che potrebbero interessare potenzialmente i nostri connazionali; ma anche – ecco perchè vetrina del Sistema Italia – al made in Italy, alle eccellenze italiane a 360 gradi, alla capacità di fare impresa tutta italiana, con la fantasia, la creatività, il gusto, l’originalità tricolore che il mondo intero ci invidia. Questo lavoro noi lo facciamo in parte con il nostro giornale: ItaliaChiamaItalia è anche, certamente, tutto ciò. Lo facciamo grazie al web; bisognerebbe spostare in tv la stessa filosofia.
Importantissima la promozione del Sistema Italia oltre confine: fondamentale dare la giusta linea, la giusta importanza, fondamentale mettere al centro dell’attenzione gli argomenti giusti. Non c’è nemmeno bisogno di inventarsi granchè, basta raccontare l’Italia vera, con la sua fantastica capacità di essere grande in tutto ciò che fa. Già, perchè troppo spesso in Italia ci si dimentica – o non lo si sa affatto, per una qualche superficialità della conoscenza – che all’estero il made in Italy apre ogni porta a livello commerciale, siamo apprezzati, invidiati, ammirati persino. L’italian life style poi non ha eguali. Chiusa parentesi.
Rai Internazionale però non sempre è all’altezza del suo ruolo, almeno del ruolo che gli italiani all’estero vorrebbero che avesse. E credeteci, dirlo ci dispiace molto. Perchè in realtà apprezziamo gli sforzi che il canale internazionale della Rai ha cercato di mettere in campo, gli sforzi con cui ha provato a migliorarsi. Evidentemente, però, non è abbastanza: ancora non è riuscita, l’ex Rai Italia, ad accontentare gli italiani nel mondo, quelli più esigenti, quelli che non si accontentano di vedere un film vecchio di decenni o una presentatrice che fa il suo balletto accompagnata dalla musica di un pianoforte come fosse una brutta copia di una delle gemelle Kessler.
Non invidio i colleghi della ex Rai International: sono certo che vorrebbero fare molto di più, ma non possono. Perchè? Perchè da una parte non hanno le necessarie risorse economiche a disposizione (questo almeno è ciò di cui si è lamentato sempre ogni direttore, da Magliaro in poi), ma anche perchè sono spesso persone che il tema degli italiani all’estero se lo sono trovati davanti solo come una delle tante opportunità di lavoro, e così l’hanno preso. Non lo hanno pensato loro, non l’hanno scelto loro, e forse non ci credono neppure alla forza degli italiani nel mondo: sanno che Rai Internazionale ha offerto loro una proposta per crescere, professionalmente e anche economicamente certo, e la vivono così, come una possibilità in più di carriera. Ma senza metterci troppa fede. Perchè la fede è un po’ come il coraggio per Don Abbondio, uno o ce l’ha, oppure non se la puo’ dare. E gli italiani nel mondo intanto sono lì che continuano a chiedere di più, continuano a chiedere un canale televisivo più vicino a loro, alle loro necessità e ai loro desiderata.
Lo abbiamo scritto tante volte e non ci stanchiamo di ripeterlo: Rai Internazionale è l’unico canale televisivo italiano che si vede oltre confine. Crediamo che non solo sia utile fare di più, fare meglio, fare il massimo, ma che sia addirittura obbligatorio. Non una facoltà, quella di informare e divertire e intrattenere e promuovere, ma un dovere. Che si rivelerà vantaggioso per tutti.
Non so bene di cosa si parlerà, in particolare, il prossimo 3 settembre a Firenze; so però che ItaliaChiamaItalia cercherà di essere presente per capirne di più e quindi informare voi, cari lettori. Da italiano all’estero, seguo Rai Internazionale – prima Rai International e poi Raitalia – da ormai 15 anni. L’ho vista cambiare, ma mai migliorare davvero. L’ho vista sforzarsi di fare di più, ma mai riuscirci completamente. L’ho vista certamente trasformarsi, anche da bruco a farfalla, ma mai prendere il volo. Speriamo che il dibattito del 3 settembre serva a qualcosa. Così come per tanti altri temi, anche per quanto riguarda Rai Internazionale cominciamo ad essere stanchi di parole, parole, sempre e soltanto parole. Che alla lunga diventano chiacchiere inutili.
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