Dopo la disastrosa figura fatta a livello mondiale dal Partito Democratico, che in Senato ha presentato un emendamento teso ad aumentare la tassa di cittadinanza per i discendenti degli italiani nel mondo e a limitare il diritto dello ius sanguinis alla seconda generazione, il Pd si lecca le ferite.
L’emendamento, fortunatamente bloccato dal MAIE, che caparbiamente si è battuto a palazzo Madama, non è piaciuto nemmeno al Pd Argentina. Proprio così.
Infatti, il presidente del Pd Argentina Lucrecia Sosa Cocca e il segretario Pd Argentina Francesco Rotundo hanno vergato una nota nella quale dichiarano il proprio “dispiacere” e la propria “preoccupazione” per le ultime notizie che arrivano da Roma, a iniziare – scrivono – “dalla modifica della legge elettorale che cambia la sostanza che aveva la legge sul voto all’estero, che dava la possibilità ai nostri connazionali di eleggere solo i propri rappresentanti, perché solo loro sono in grado di conoscere la realtà degli italiani all’estero”.
Il presidente e il segretario del Pd Argentina, dopo essersi chiesti chi possa beneficiare di questa modifica della legge sul voto all’estero, affrontano la questione del possibile aumento da 300 a 400 euro della tassa sulla cittadinanza, chiedendosi dove sia rimasto quel 30% delle risorse che dovevano essere destinate al miglioramento della rete consolare. Già, dove sono quei soldi tante volte annunciati? “Crediamo – aggiungono in proposito gli esponenti del Pd Argentina – che le promesse fatte vadano mantenute”.
Eh sì, avete proprio ragione. Ora però andatelo a dire ai vostri eletti all’estero in Parlamento e soprattutto ai vertici romani del partito a cui voi stessi appartenete.
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