Franco Frattini, in audizione alla Camera dei Deputati, affrontando il tema che riguarda il quadro finanziario dell’UE per il 2014-2020, ha annunciato che l’Italia chiederà all’Europa il "rigore assoluto" nella definizione del bilancio comunitario.
Lo Stivale è il terzo contributore netto per l’Europa: un fatto "iniquo", lo ha definito Frattini, visto che il nostro Paese non riceve dalla Ue per quanto dà. Ormai la situazione è diventata "insostenibile" per l’Italia, "scesa nel livello della prosperità sotto la media europea e non può quindi più essere un contributore netto per circa cinque miliardi". Insomma, "l’Italia dà molto di più di quanto riceve" dall’Europa, e per il ministro degli Esteri è arrivata l’ora di sedersi ad un tavolo e discutere di questo: "lo faremo insieme alla discussione delle nostre priorità, la politica agricola, la politica di coesione anzitutto per il Sud, le politiche migratorie le infrastrutture. Quanto più l’Europa ascolterà le nostre priorità tanto più noi saremo disponibili ad essere generosi contribuenti netti come abbiamo fatto in passato".
Nel bilancio europeo, annuncia il titolare della Farnesina, ci saranno meno risorse per Politica di Coesione e Politica Agricola Comune; maggiore impulso verrà dato invece a Innovazione, Infrastrutture, Relazioni Esterne e Politiche per l’Immigrazione. Sono questi i temi su cui puntare di più. Tra le spese fuori bilancio dell’Ue, fra le altre cose, verrà inserito “un importante progetto internazionale sulla fusione nucleare”.
In generale, per Frattini il quadro finanziario dovrebbe avere "un’ambizione maggiore" sul Mediterraneo, per il quale "non c’è quella attenzione che avremmo voluto". E ancora: "Non possiamo pensare che sia così limitato, ma alcuni paesi ne hanno fatto una linea rossa durante i loro negoziati". Anche per il tema che riguarda l’immigrazione, il capo della diplomazia italiana auspica un intervento "più consistente", visto anche quanto sta succedendo negli ultimi mesi: immigrati che sbarcano senza sosta sulle coste italiane, per sfuggire alle guerre e alla povertà di certi Paesi del Nord Africa.
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