Il 22 settembre, a New York, nell’ambito dei lavori dell’assemblea generale dell’Onu, si discuterà anche di Afghanistan. Per rafforzare la crescita del Paese asiatico, bisogna adottare una visione onnicomprensiva e incrementare la cooperazione regionale e sub regionale, soprattutto sul versante economico. Ma deve essere la regione stessa a sviluppare questa cooperazione.
Per approfondire questo concetto, parteciperanno all’evento – che avrà per nome "le vie della seta" – delegazioni di 27 paesi, tra attori regionali e partner internazionali.
Diversi gli obiettivi che si intende raggiungere: incrementare gli investimenti in infrastrutture di trasporto e in reti energetiche transnazionali; sostenere il settore privato afgano; appoggiare progetti transfrontalieri e incoraggiare gli scambi commerciali.
Franco Fratti parteciperà ai lavori. Il ministero degli Esteri ribadirà, durante il suo intervento, l’importanza di questa strada per la stabilizzazione non solo dell’Afghanistan, ma di tutta l’area. Uno degli obiettivi prioritari dell’Italia è la crescita economica dell’Afghanistan, insieme al capacity building delle istituzioni centrali e locali. In queste senso ha agito e agisce il nostro Paese, che ha già dimostrato di raggiungere così il successo nell’area.
LIBIA: FORTE CONTRIBUTO ITALIA Oggi Frattini ha incontrato nella Grande Mela il premier del Cnt libico, Mahmud Jibril. Il titolare della Farnesina ha fortemente ribadito l’impegno e il ruolo centrale dell’Italia in attivita’ di training e formazione in Libia, in particolar modo durante questa delicata fase della ricostruzione dopo la liberazione. Il capo della diplomazia italiana ha soprattutto sottolineato la disponibilita’ per l’addestramento di ‘polizia, guardia costiera, ma anche la ‘polizia petrolifera’ che si occupa della sicurezza degli impianti’, insieme con quello del ‘personale civile, del personale medico e nel settore dello sminamento, un settore quest’ultimo in cui l’Italia ha grande esperienza’, ha detto Frattini, che ha voluto anche ricordare che l’invio di istruttori dall’Italia rientra nell’ambito di rapporti ‘bilaterali’ e non in un ambito Nato.
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