Chi scrive queste righe è un ex elettore, tuttora simpatizzante e parzialmente sostenitore dei partiti e movimenti legati al centrodestra. Sono personalmente per un maggiore controllo delle nostre frontiere, per una politica economica fatta di meno tasse e più incentivi ad imprese e lavoro, di meno assistenzialismo, di più sostegno alle famiglie. Ciò nonostante, nel 2016 ho sposato la causa del MAIE, pur sapendo che da parte dei suoi militanti vi sono simpatie ideologiche diversificate.
Perché il MAIE?
Perché le battaglie per difendere i diritti degli oltre sei milioni di connazionali oltreconfine non possono e non devono subire influenze di sinistra, di centro o di destra. Solo una reale indipendenza dai partiti tradizionali può permetterci di perseguire obiettivi circoscritti alle tematiche che dovrebbero stare più a cuore a chi, come me, vive all’estero da decenni.
I principi del MAIE, facilmente consultabili nel suo sito web ufficiale, nel corso degli anni sono stati utilizzati come introduzione per spiegare ai potenziali elettori e simpatizzanti cos’è e che obiettivi si pone.
Tali principi esordiscono nella seguente maniera: “Il MAIE è un movimento culturale, sociale e politico autonomo dai partiti politici italiani. L’autonomia del MAIE è inalienabile e permette al movimento di muoversi con efficacia e credibilità nella sua azione politica, garantendo sempre la conformita’ all’obiettivo principale del movimento che e’ quello di promuovere l’identità degli italiani all’estero, e difendere i diritti loro e dei loro discendenti che oggi vivono al di fuori dell’Italia. Il MAIE non è un partito politico tradizionale. Si aderisce al MAIE non per privilegiare una specifica matrice politica ma per i valori ed i principi che il Movimento Associativo Italiani all’Estero rappresenta e difende”
L’indipendenza e l’autonomia del MAIE non possono confondersi con un innaturale ed antipolitico “isolazionismo”.
Il MAIE ha criticato spesso e volentieri la partitocrazia romana, però sa benissimo che con essa deve dialogare per ottenere dei risultati. L’attuale legge elettorale limita la sua presenza parlamentare, ma è grazie ad essa che è possibile parlare oggi di MAIE al governo od all’opposizione in maniera efficace.
Le circostanze ed il lavoro duro portato avanti sul campo hanno premiato il MAIE negli ultimi anni. Il movimento fondato dal Sen. Ricardo Merlo si è presentato da solo, senza alleanze (seppur ne avesse le possibilità) ed esclusivamente con il proprio simbolo alle ultime elezioni politiche del 2018.
Il peso politico del MAIE, che oggi rende necessaria la sua presenza in esecutivi ideologicamente contrapposti, nel quadro di una maggioranza risicata al Senato, è la prova definitiva di quanto questo movimento sia ciò che viene espresso attraverso i sopracitati principi: un movimento autonomo dai partiti politici italiani.
Il MAIE fa parte di un governo a presunta trazione PD (qualcuno forse si è dimenticato, a proposito, del M5S e del suo leader politico che oggi è alla guida della Farnesina). Quindi?
Secondo i detrattori, il MAIE ha tradito i propri elettori nel momento in cui ha votato la fiducia a questo nuovo governo. Avrebbe dovuto buttar via 14 mesi di lavoro e diversi progetti che probabilmente sarebbero stati in gran parte cestinati, cedere i propri poteri e le proprie deleghe magari proprio a chi si è dedicato a chiudere sedi diplomatiche e consolari nel recente passato (vedi scorsa legislatura targata quasi esclusivamente PD) e far venire meno la possibilità di incidere concretamente nelle politiche per gli italiani all’estero accomodandosi ai banchi dell’opposizione. Tutto questo, in un contesto di crisi politica certamente non auspicata dal MAIE e molto probabilmente nemmeno consultata con gli alleati dentro e fuori il governo, prima che avvenisse.
Chi avrebbe tradito chi, se il MAIE avesse deciso di passare all’opposizione?
Sapendo di poter ancora governare e continuare a portare avanti progetti a favore degli italiani all’estero, decidere di andare all’opposizione si sarebbe potuto convertire proprio in quel tradimento verso i propri elettori, come sostenuto da chi ha criticato la scelta di votare la fiducia al nuovo esecutivo.
Si parla tanto di mantenimento della “poltrona”, però ci si dimentica che chi ha staccato la spina al governo gialloverde lo ha fatto nella speranza di tornare subito al voto, proprio per moltiplicare la propria presenza parlamentare e, quindi, il numero di “poltrone”, includendo più ministeri e più sottosegreterie.
Forse alcuni ancora non hanno capito che il potere politico necessario per influire nelle decisioni di tutti i giorni, si misura anche in base all’importanza ed al numero di quelle che vengono definite, in modo dispregiativo, “poltrone”. Più importanti sono, più si riesce ad influire nelle politiche tanto care ai propri elettori.
Dopo la nomina e riconferma del Sen. Merlo come Sottosegretario agli Esteri, il Movimento Associativo Italiani all’Estero si è confermato essere un vero e proprio paradosso politico italiano
Un movimento capace di andare oltre le ideologie e consapevole che questo può far storcere il naso a chi è devoto alla destra od alla sinistra, ma che considera più importante concentrarsi sui suoi obiettivi immediati, nel rispetto dei propri elettori. Ora avrà l’arduo compito di non deludere i suoi sostenitori e più in generale tutti i connazionali oltreconfine, dall’alto di una posizione di potere che dovrebbe potergli permettere di influire positivamente nella vita di chi non risiede nello Stivale.
*Consigliere Comites e coordinatore nazionale del MAIE in Repubblica Dominicana