Rugantino e’ tornato a New York dopo 50 anni e l’Italia si e’ temporaneamente ‘impossessata’ di Broadway. Ieri il trionfo per la prima delle tre date al New York City Center dello spettacolo creato da Garinei e Giovannini sul mascalzoncello che vive di espedienti in una Roma del 19/mo secolo con Enrico Brignano nelle vesti di Rugantino.
Un teatro pieno soprattutto di italiani che si sono sentiti per una volta come i ‘padroni’ di Broadway, la patria del musical, con uno show che parla la loro lingua. Brignano&Co hanno di che esultare perche’ la sfida e’ stata superata cosi come sono svanite le preoccupazioni iniziali per l’impresa di portare oltreoceano uno spettacolo che poteva ‘inciampare’ anche a causa delle barriere linguistiche.
D’altronde Brignano stesso durante una conferenza stampa aveva detto: "Portiamo qui un musical italiano nella patria del musical e il problema non e’ tanto la lingua quanto il luogo stesso". ‘Rugantino’ e’ tornato a New York dopo la prima nel 1964 al teatro Mark Hellinger, dove per tre settimane registro’ il tutto esaurito. All’epoca nel cast tra gli altri c’erano Nino Manfredi, nei panni di Rugantino, e Aldo Fabrizi nel ruolo di Mastro Titta. La produzione attuale (di MF Produzioni, ndr) invece e’ arrivata al completo dall’Italia, comprese attrezzature e set a bordo di diversi container, con un cast di una cinquantina di attori, ballerini, cantanti, tra cui Armando Silverini, che aveva il ruolo del cardinale Severini nella seconda edizione del 1978. Tra gli altri attori principali, Alessandro Cavalieri nel ruolo di Don Fulgenio, Serena Rossi nel ruolo di Rosetta, Paola Tiziana Cruciani nel ruolo di Eusebia. E Rugantino a New York e’ stato anche come la rivincita italiana in un momento in cui l’Italia non sempre brilla oltreoceano per stabilita’ politica.
"Rugantino – aveva commentato giorni prima del debutto Brignano – e’ la commedia musicale italiana per eccellenza e quella che piu’ ci rappresenta all’estero e l’Italia all’estero piace nonostante tutto. Piace soprattutto per la sua arte che puo’ essere considerata la nostra forma di riscatto in un momento storico in cui abbiamo toccato il fondo a livello politico. Siamo un popolo la cui creativita’ esce fuori quando ce ne e’ l’esigenza. Anche se non abbiamo risorse come paese riusciamo a supplire con il bello, l’arte". Rugantino sara’ in scena ancora questa sera e domani per uno spettacolo pomeridiano.
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