50 Anni fa, il 17 gennaio 1962, arrivavano i primi Italiani a Wolfsburg, per prendere lavoro nella Volkswagen. I primi Italiani giunsero come “Gastarbeiter” (operai ospiti) e molti di loro non avevano assolutamente intenzione di rimananere per sempre in Germania. Decisiva per la loro integrazione in terra straniera é stata la loro forza di volontá.
Da lavoratori Wolkswagen, gli Italiani sono diventati cittadini di Wolfsburg. L’integrazione degli Italiani ha segnato la nostra cittá, che con il loro aiuto si é aperta alla cultura e alle usanze e soprattutto alla mentalitá di una Nazione fino a quel momento sconosciuta. “La Volkswagen senza gli Italiani sarebbe impensabile”, sottolinea il capo del Direttivo Volkswagen, Horst Neuman.
Per la VW il lavoro degli Italiani é stato decisivo per il successo internazionale. Nel 1970 lavoravano nella Volkswagen 7417 connazionali, oggi sono 1500 gli operai. Molti hanno acquisito posizioni di spicco, fino a diventare manager dell’azienda.
Con la venuta dei primi “Gastarbeit" italiani, non solo la VW ha assunto lavoratori, ma ha saputo approfittare della loro molteplice cultura e ne ha conosciuto i vantaggi per lo sviluppo dell´industria stessa.
Molti connazionali ricordano con un pó di nostalgia i primi tempi, la vita nelle baracche di “Berliner Brücke“, la malinconia di casa, le difficoltá della lingua; tradizioni di una terra straniera, le persone che le hanno aiutate sia nelle questioni burocratiche, come il rinnovo dei passaporti, sia nel rendere piú piacevole possibile la loro permanenza a Wolfsburg. Ricordiamo il Parroco Don Enzo Parenti, persona esclusivamente dedita al bene dei connazionali oltre che alle sue mansioni parrocchiali. Per il suo intervento durante lo sciopero dei 4000 Italiani del 5 novembre 1962 per avere dei medici Italiani a Berliner Brücke, assieme al Console Generale di Hamburg Dr. Guidotti, il Vice Console di Hannover Dr. Ferrucci e all`Ambasciatore Dr. Papini.
A Don Parenti va il merito di aver fondato la squadra di Pallone “SC Lupo“ il 20 novembre 1962, registrata il 29 marzo 1963 come Associazione Sportiva. Così come la nascita del giornale “Il Saluto della Domenica“ sotto la direzione di Alfredo Calasso e del sottoscritto Mario Spano nel 1963.
Grazie a Don Parenti, all´aiuto della Segretaria Fedora Stepanovic, di Manfredo Celesti e degli italiani della prima ora fu fondato il primo Centro Italiano in Europa, il 4 maggio 1964.
Ricordiamo con piacere i diversi Festival Napoletani, il 7 luglio 1966, il 19 e 30 novembre 1969 nel Centro Italiano e nella Sala del Ratsgymnasium, spesso interpretati dai connazionali stessi tra cui Benito Cuomo, Teresa Caricchia, Luciano Giuseppe, Caritá Carmela e il tenore Angelo Sciuto.
Il Centro Italiano permetteva alle famiglie di incontrarsi nel fine settimana per assistere a concerti organizzati accompagnati dal gruppo “Copa Cabana“, feste, giochi e proiezioni di film.
A quei tempi, tutti ci sentivamo parte di una sola famiglia, quella italiana, ed era un modo di dimenticare che il lavoro ci teneva lontano dai nostri cari e dissipava un pó la nostalgia di casa.
Gli Italiani ricordano le prime feste organizzate da Don Parenti in onore degli stranieri, la venuta a Wolfsburg di artisti Italiani, tra cui Rita Pavone, Caterina Caselli, Gigliola Cinquetti, Luciano Tayoli Mario Merola, Aurielio Fierro. Cosi come l´organizzazione di una “ Notte Italiana” con artisti a quei tempi di spicco, Toto Cotugno, Ricchi e Poveri, Pupo, Albano e Romina.
Poi la catastrofe del terremoto in Italia, in Irpinia nel 1980, dove per la prima volta la popolazione tedesca mostró agli Italiani quanti essi significavano: infatti furono raccolti fondi che permisero di costruire una Scuola a Montepruno (Sa) sotto la direzione del Presidente del Circolo Campania M. Spanó assieme alla Giunta Comunale di Wolfsburg e ad altre Associazioni Italiane.
Col crescere degli anni sono nate sempre piú Istituzioni a Wolfsburg, quali la Missione Cattolica Italiana, l`Agenzia Consolare di Wolfsburg, anche l´Istituto Italiano di Cultura voluto dall’Ambasciatore S. E. Luigi Ferraris e sotto la direzione della Prof.essa Giuditta Podestá, donna di grande Cultura venuta da Milano. Tra i fondatori dell’Istituto anche il Presidente del Circolo Campania di Wolfsburg, Mario Spanò, che ha contribuito con organizzazione di concorsi allo sviluppo iniziale dell`Istituto.
Il popolo Tedesco é diventato con gli anni sempre piú sensibile nei confronti degli Italiani. Wolfsburg continua a sostenere gli Italiani nel momento del bisogno e delle catastrofi naturali che colpiscono l´Italia, come per ultimo il sostegno ai Terremotati in Abruzzo.
Il 17 gennaio 2012, cinquantanni dopo tutti questi avvenimenti, verranno ricordati durante una grande festa in onore dei primi Italiani organizzata dalla Cittá e dalla Volkswagen che hanno invitato gli Italiani della prima ora a partecipare ad un vasto programma in loro onore, che avrá inizio alle ore 11:30 dinanzi alla Stazione di Wolfsburg, laddove é iniziata la loro Storia.
Si concluderá con la visita nella Volkswagen alle ore 18:00.
Molti di questi Italiani mancheranno all´appello, ma noi abbiamo il dovere di ricordarli, perché fanno parte della nostra storia a Wolfsburg. Oggi possiamo essere fieri di vivere in una Cittá come Wolfsburg dove i primi italiani, noi della seconda generazione, i nostri figli e nipoti, abbiamo dato il nostro contributo a far sì che la Volkswagen sia diventata un’industria a livello mondiale e Wolfsburg una fiorente cittá ricca di risorse.
A Wolfsburg almeno due strade portano un nome Italiano: Via Alessandro Volta e “Piazza Italia”, dove vediamo sventolare il Tricolore Italiano.
Un vasto programma é previsto per il 21 Gennaio 2012 nella Stadthalle di Wolfsburg: aperto a tutti, organizzato dall`Ufficio Integrazione della Cittá, Agenzia Consolare, Istituto Culturale Italiano. Un giorno dedicato agli Italiani, che avrá inizio alle ore 11.00 e si protrarrá fino a tarda sera, con specialitá culinarie, musica, ospiti e attrazioni varie.
Per la cronaca: i primi 249 Italiani sono venuti nel 1906 e nel 1909 hanno lavorato nelle miniere di Carbone di Fallersleben, Mörse e Sülfeld, in Bassa Sassonia. Dal 1934 al 1938 gli Italiani arrivati a Wolfsburg erano 7000 prima della seconda Guerra mondiale, hanno contribuito alla costruzione della Volkswagen e della Cittá. Un altro flusso di Italiani é arrivato a Wolfsburg nel 1949, circa 200 provenienti dal Veneto giunti a Wolfsburg a due anni dalla riapertura della Volkswagen, che Adof Hitler aveva voluto come grande fabbrica di automobili, e poi nella notte tra 16-17 febbraio arrivarono a Wolfsburg 464 Italiani.
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