Boeri, Presidente dell’Inps, nel corso dell’ormai famosa Audizione al Comitato degli italiani nel mondo del 19 luglio scorso, non solo ha ribadito la sua contrarietà al pagamento all’estero delle prestazioni “non contributive” (Trattamento minimo e Maggiorazioni sociali) ma ha anche, candidamente, rivelato che sono 100.000 le pratiche di prestazioni indebite relative a residenti all’estero titolari di pensioni in regime convenzionale, di cui 60.000 in corso di recupero per un totale di 270 milioni di euro da recuperare.
Si tratta di somme allo stesso tempo stupefacenti e scandalose. Stupefacenti perché su 380.000 pensioni circa erogate all’estero risulta che più di un quarto sono “indebite”; scandalose perché innanzitutto gli indebiti devono essere restituiti da pensionati solitamente già poveri e in secondo luogo perché il fenomeno – che, va chiarito con forza, non dipende da atti dolosi dei nostri connazionali ma, ovviamente, dalle modalità e tempi di controllo da parte dell’Inps sul diritto all’erogazione delle prestazioni legate al reddito – non ha ricevuto lo stesso trattamento mediatico da parte di un certo giornalismo più attento alle rappresentazioni sensazionali che alla più “banale” sostanza.
Vende di più cioè la notizia che 1 miliardo di euro di pensioni è erogato a pensionati che “non pagano le tasse in Italia”, che, piuttosto, questi stessi pensionati siano vessati e tartassati a causa dell’inefficienza dello Stato italiano e delle sue Istituzioni.
Per questi motivi abbiamo presentato una interrogazione al Ministero del Lavoro – sottoscritta anche dai deputati del PD Estero Farina, Garavini, La Marca, Tacconi – dove, dopo aver esposto e denunciato una situazione insostenibile (quella che ha portato alla costituzione di almeno 100.000 situazioni debitorie all’estero), chiediamo:
quanti sono complessivamente i pensionati residenti all’estero che devono restituire somme indebitamente percepite dall’Inps; quale è il numero disaggregato per ciascun Paese di residenza dei debitori; quali sono le cause di un numero così obiettivamente elevato di indebiti pensionistici vista l’alta percentuale (25%) rispetto al numero complessivo delle pensioni erogate all’estero; quali sono esattamente le modalità adottate dall’Inps per il recupero degli indebiti in termini di frequenza; quali sono esattamente le modalità di recupero adottate dall’Inps in termini di trattenute sulle pensioni in pagamento e di salvaguardia del trattamento minimo; quali sono esattamente le modalità di recupero adottate dall’Inps in termini di pagamento con rimesse di denaro e di durata dei piani di recupero; a quanto ammontano finora le somme recuperate rispetto ai 270 milioni di euro che l’Inps sostiene di dover recuperare; infine, chiediamo se il Ministero non ritenga utile ed opportuno valutare la possibilità di introdurre una sanatoria degli indebiti pensionistici per i pensionati italiani residenti all’estero i quali sono titolari di redditi complessivi inferiori agli importi della No Tax Area Irpef italiana.
I deputati Pd eletti all’estero Marco Fedi e Fabio Porta
Discussione su questo articolo