Federica, cos’e’ la GIA?
"GIA (Giovani Italiani Australia) è un network nazionale con l’obiettivo di facilitare la comunicazione e la collaborazione fra organizzazioni il cui scopo è di promuovere la cultura e la lingua italiana in Australia".
Quando è nata e perché la necessità di un network?
"GIA ha avuto inizio in seguito alla conferenza mondiale di giovani italiani nel mondo tenutasi a Roma nel 2008. Grazie al supporto dei Comites, alcuni giovani italiani/italo-australiani sono stati in grado di partecipare a questa iniziativa, che li ha ispirati a creare un network che potesse facilitare la promozione dell’italianità in Australia".
Quali sono le attività principali del network?
"Il network fa del suo meglio per facilitare la comunicazione fra organizzazioni nei vari stati e territori australiani. Pubblichiamo articoli nei giornali italiani d’Australia e partecipiamo ad interviste presso stazioni radio per promuovere eventi ed iniziative alla comunità. Di recente abbiamo inoltre realizzato un sito web dedicato all’assistenza di ‘nuovi arrivati’ dall’Italia che hanno intenzione di studiare, lavorare o trasferirsi definitivamente in Australia. Una volta all’anno organizziamo un forum nazionale in cui rappresentanti di ogni organizzazione a livello locale coinvolti nella comunità italiana, hanno modo di confrontarsi, motivarsi ed espandere il proprio network.
Mi parli del forum: questo è il secondo?
"Siamo riusciti ad organizzare un incontro annuale a partire dal 2008. La creazione di GIA è avvenuta innanzitutto ad Adelaide nel 2008. In seguito si sono tenuti forum nazionali a Gold Coast e Sydney. Nel 2010 nonostante non siamo stati in grado di organizzare un forum a causa di cambiamenti effettuati all’interno della nostra costituzione ed al comitato direttivo, si è tenuto un weekend di attivita’ e incontri a Canberra ed un incontro speciale (quest’ultimo appunto per la riforma costituzionale) a Sydney. Lo scorso fine settimana Melbourne ha avuto l’onore di ospitare il nostro forum nazionale. Grazie al supporto ricevuto dai media come SBS, Il Globo/La Fiamma, Rete Italia, e dagli enti come il Consolato Generale di Melbourne, COASIT, Istituto di Cultura di Melbourne, Museo Italiano, Comites, CGIE, Italo-Australian Parliamentarians Forum, Camera di Commercio e Industria Italiana di Melbourne e molti altri, siamo stati in grado di riunire vari rappresentanti della comunità italiana d’Australia. Il dibattito tenutosi la domenica pomeriggio è stato in particolar modo interessante, fornendo i giovani presenti con una panoramica dei vari punti di vista di prominenti membri della comunità italiana d’Australia. Si è parlato della crisi economica che ha spinto molti ragazzi italiani verso l’Australia, del patrimonio storico e culturale del nostro paese che abbiamo il dovere di promuovere, della bellezza del nostro paese e della nostra cultura, dei prodotti tipici regionali tanto apprezzati anche dagli australiani, dei problemi affrontati dagli immigrati italiani in Australia anni orsono ed i nuovi ostacoli che si presentano ai giovani immigrati di oggi".
In Australia negli ultimi mesi sono arrivati molti giovani italiani, avete avuto richieste particolari nell’assistere questi nuovi cittadini?
"Soprattutto con l’avanzamento dei social media è molto più facile per un italiano mettersi in contatto con l’Australia. Spesso i giovani che fanno parte del nostro comitato ricevono messaggi tramite Facebook, da persone mai incontrate che si trovano in Italia e che hanno intenzione di venire in Australia a trovare lavoro, imparare l’inglese o semplicemente in vacanza. Questi sono giovani che tentano in tutti i modi di trovare un allacciamento prima dell’arrivo in Australia, e ci contattano dopo aver visto i nostri nomi su siti web. A causa dell’impossibilità del riuscire a rispondere a tutti individualmente (anche perche’ in fondo, siamo tutti volontari e le nostre risorse sono attualmente abbastanza limitate), ci siamo dati da fare nel creare il sito nuoviarrivati.it. Qui si possono trovare utili informazioni riguardanti il permesso di soggiorno, le scuole d’inglese, come trovare alloggio e come restare in contatto con le organizzazioni e istituzioni italiane del posto.
Che ruolo gioca la GIA nel panorama politico?
"In un certo senso GIA intende rimanere apolitica come associazione. Non intendiamo schierarci con partiti o leader politici nè italiani nè australiani. Allo stesso tempo siamo pero’ coinvolti con il forum di parlamentari italo-australiani. Questo e’ un gruppo di parlamentari sia dei singolari stati australiani sia del parlamento federale di origini italiane che si incontrano piu’ volte all’anno per discutere questioni che possono toccare la comunita’ italiana d’Australia. A queste riunioni vengono spesso invitati coloro interessati alla comunita’, come rappresentanti del servizio consolare, le camere di commercio, Comites, CGIE, Coasit e GIA. A questi incontri, facciamo del nostro meglio per agire come portavoce per la comunita’ di giovani italiani d’Australia".
Cosa ne pensi dei Comites e del CGIE, e dei consolati?
"Non essendo a conoscenza dei dettagli di come esattamente si svolgano le singole attivita’ di questi enti, e non essendo a conoscenza del modo in cui le loro attivita’ vengano finanziate, non siamo in una posizione di giudicare in modo complessivo. Sappiamo che il governo attuale e’ in fase di tagli di molti fondi dedicati alla continuazione di queste attivita’. Riteniamo che sia importante continuare la promozione della nostra cultura e della lingua italiana. Una priorita’ e’ quella di continuare a tutelare ed offrire assistenza ai cittadini italiani residenti in Australia. Se si trova che questi enti non utilizzano al massimo le loro risorse per fare cio’, allora la situazione si fa problematica. Allo stesso tempo, se i bisogni e le necessita’ dei cittadini italiani in Australia cambiano, i servizi di questi enti vanno adattati di conseguenza. Come comitato GIA, organizzatore del Forum 2011 di Melbourne, siamo grati per l’aiuto ricevuto soprattutto dal Cons. Marco Matacotta Cordella assieme al Consolato di Melbourne, l’Istituto di Cultura di South Yarra, il Dirigente Didattico del Consolato Dott.ssa Mignatti, la CCIE Melbourne, Co.As.It., Comites ed il Museo Italiano (ed altri). Il loro coinvolgimento e’ stato cruciale per il successo dell’evento".
Cosa manca secondo la GIA per assistere gli italiani d’australia?
"Secondo alcuni di noi, ci vorrebbero piu’ tolleranza e comprensione. Spesso sembra esserci un conflitto tra i nuovi arrivati, gli australiani d’origine italiana e i cosidetti ‘giganti’, ovvero coloro che vennero in Australia durante la migrazione di massa del 20° secolo. Innanzitutto sta a noi italiani d’Australia, indifferentemente dal luogo di nascita (Italia, Australia o altrove), impegnarci a capire quali sono i nostri bisogni e renderci conto che non si puo’ far di tutta l’erba un fascio. Noi siamo giovani che hanno l’Italia in comune ma siamo diversi tra di noi. Ovviamente gli italiani appena arrivati hanno bisogni ben diversi dagli immigrati degli anni 50, e anche rispetto ai giovani nati in Australia da genitori o con nonni italiani. C’e’ ora il problema di molti anziani che con la vecchiaia dimenticano l’inglese, e coloro senza il sostegno di familiari o con nipoti che non parlano l’italiano, si sentono molto soli e possono soffrire di depressione. Poi ci sono molti ragazzi che arrivano ogni giorno dall’Italia e che fanno fatica ad ottenere visti che gli permettano di costruirsi un futuro in Australia, con agenti d’immigrazione ed enti che spesso se ne approfittano, fornendo loro informazioni sbagliate a cifre esorbitanti. Ci sono infine ragazzi che essendo cresciuti in Australia, ed avendo imparato il dialetto dai nonni, fanno fatica ad imparare l’italiano standard, spesso anche a causa dell’attitudine negativa degli insegnanti nel correggerli senza tatto, mettendoli in imbarazzo di fronte agli altri compagni di classe. Pur riconoscendo che questi bisogni variano molto fra i gruppi d’italiani in Australia, e’ importante ricordare che qualcosa in comune ce l’abbiamo, e l’avremo sempre: l’Italia. Per questo motivo GIA include giovani italiani senza discriminare a seconda del luogo di nascita: i nostri bisogni sono vari, ma così lo sono pure i nostri talenti e le nostre esperienze. I membri del comitato GIA riflettono questa realta’: siamo un gruppo di giovani molto intraprendenti, con passati e storie diverse. In comune abbiamo una visione del futuro che permetta la sopravvivenza della nostra cultura in un paese tanto multiculturale come l’Australia. Inoltre quello che forse manca agli italiani d’Australia e’ piu’ comunicazione. Bisogna che gli italiani siano a conoscenza delle risorse presenti sul territorio e che ci si aiuti piu’ fra di noi, soprattutto quando si pensa che con le nuove riforme al governo (la legge di austerita’ approvata dal governo Monti durante la stesura di questo articolo) si vedranno ulteriori tagli. In seguito ad un aumento di comunicazione, si spera di raggiungere un certo livello di collaborazione. Gli italiani d’Australia devono collaborare tra di loro se si vuole mantenere una forte comunita’ unita, promuovendo la nostra lingua e la nostra cultura. La comunita’ non dev’essere frammentata".
La vostra sigla è giovani italiani Australia, però il vostro sito è in inglese, le vostre comunicazioni sono in inglese, non è un po’ contraddittorio?
"Il nostro sito e’ in lingua inglese per il semplice fatto che non tutti i giovani italiani d’Australia hanno avuto la fortuna di imparare l’italiano, comunque sia non ad un livello sufficiente. Il nostro obiettivo e’ anche quello di coinvolgere questi giovani, nutrendo il loro interesse nella cultura, motivandoli magari ad imparare la lingua. Infatti l’immigrazione di massa dall’Italia verso l’Australia e’ avvenuta a meta’ dello scorso secolo, e la maggior parte dei giovani di origine italiana sono nati in Australia. Molti dei figli d’immigrati hanno vissuto episodi di razzismo e discriminazione in passato, che li hanno spinti verso un rifiuto quasi totale della cultura dei loro genitori, sentendo la necessita’ di integrarsi alla cultura australiana/anglo-sassone. A loro volta, questi italiani di seconda generazione erano riluttanti d’insegnare l’italiano ai loro figli. Con il passare del tempo, e con il cambiamento delle attitudini e comportamenti degli australiani verso gli italiani, questi italiani di terza generazione si sono interessati sempre di piu’ alla cultura italiana dei loro nonni. Come GIA, riteniamo che sia giusto includere anche coloro che non parlano l’italiano nel nostro dialogo e nelle nostre attivita’. Molti dei nostri soci e membri del comitato sono italo-australiani o australiani d’origine italiana. Inoltre, essendo l’organizzazione basata in Australia, e’ molto importante fornire trasparenza, in modo da poter ottenere il supporto degli enti locali. L’ideale e’ di trasformare il sito in una risorsa bilingue. Tenendo in considerazione che siamo tutti volontari tra i 18 ed i 35 anni, e che molti di noi sono studenti universitari con un lavoro part-time, o professionisti con un lavoro che ci occupa da lunedì a venerdì, senza contare i vari impegni familiari, cerchiamo di fare del nostro meglio, accogliendo chiunque pensa di poter contribuire in modo positivo alla nostra iniziativa. Il nuovo comitato (eletto domenica 27 novembre al Forum di Melbourne) include italo-australiani ma anche nuovi arrivati. Dei quattro rappresentanti basati a Melbourne, ben tre sono nati in Italia e hanno trascorso la maggior parte della loro vita nel Bel Paese, rispettivamente, in Lombardia, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Uno dei nuovissimi membri del comitato GIA e’ in Australia da meno di un anno, ed e’ gia’ stato in grado di contribuire immensamente alla nostra causa, creando il sito del punto informativo per i nuovi arrivati, con informazioni in italiano. Speriamo che coinvolgendo piu’ nuovi arrivati, si possa presto tradurre l’intero sito web. Le comunicazioni con la stampa, continueranno ad alternarsi fra l’italiano e l’inglese, a seconda del nostro audience (notizie riguardanti nuovi-arrivati o italo-australiani)".
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