Signor Presidente, onorevoli senatori, egregi membri del Governo, intervengo in rappresentanza della circoscrizione Estero, degli italiani ivi residenti, per segnalare una soddisfazione generale nei confronti della manovra e dell’azione del Governo almeno in questi primi atti.
Noi non siamo toccati dalla tassazione degli immobili all’estero in quanto residenti fiscali all’estero; invece continuiamo regolarmente a pagare le tasse nei Paesi che ci ospitano, alle quali si aggiungono quelle che paghiamo in Italia da sempre per gli immobili che sono all’interno del territorio nazionale.
La soddisfazione si estende agli atti iniziali della compagine di Governo, in particolare nei confronti di quelli del ministro degli affari esteri, ambasciatore Terzi, che ha recepito in diverse occasioni, ed anche nel corso di una audizione presso le Commissioni affari esteri congiunte di Camera e Senato, tutte le istanze che avevamo sollevato.
Siamo particolarmente contenti e soddisfatti della decisione di congelare il piano di chiusura delle sedi consolari sul territorio della circoscrizione Estero. Abbiamo sempre ritenuto, e con noi anche gli egregi membri del Consiglio generale degli italiani all’estero, che c’è bisogno di maggiori servizi consolari sul territorio, visto l’aumento della popolazione degli italiani all’estero. Si possono risparmiare risorse in qualche ambasciata, specie in Europa, ma non certamente sui servizi consolari, per cui siamo contenti e grati al Governo per aver preso questa decisione.
L’occasione è propizia anche per segnalare in un ambito contiguo, quello del commercio estero che a noi italiani all’estero sta molto a cuore, soddisfazione per un paio di misure adottate. Mi riferisco in particolare alla riassegnazione di 300 milioni di euro al Mediocredito centrale per il finanziamento delle linee di credito per le imprese all’estero – 150 milioni l’anno per i prossimi due anni – e soprattutto all’istituzione della nuova ICE-Agenzia per la promozione del commercio con l’estero. Certo, un organico ridotto di 300 persone probabilmente non sarà sufficiente. Inoltre, una competenza congiunta del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero degli affari esteri nell’ambito di un consiglio di amministrazione nel quale siedono anche i rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Unioncamere, dell’ABI, di Confindustria e della Rete Impresa Italia, crea un consesso in cui il decision making process, il processo decisionale potrebbe rivelarsi particolarmente farraginoso. Ci auguriamo che non sia così.
È importante che l’ICE possa continuare ad operare. Non ultimo tra i meriti dell’ICE è da segnalare l’attività di formazione che da tanti anni l’Istituto porta avanti in questo specifico settore. Io stesso ho avuto occasione, più di vent’anni fa, di partecipare a un corso di formazione superiore sulle tematiche del Commercio estero e della finanza internazionale, che si è rivelato molto utile nel corso della mia carriera professionale all’estero, così come è stato utile a centinaia di miei colleghi di questi corsi di formazione.
La reistituzione dell’ICE è un primo passo nella riorganizzazione del settore del commercio con l’estero. I dati di questi ultimi giorni hanno eccezionalmente evidenziato un piccolo calo nell’ultimo mese delle nostre esportazioni, che però, anche in questa fase critica, non intacca il saldo positivo da inizio anno di questo trend (più 4,5 per cento), a testimonianza dell’importanza vitale per lo sviluppo che il settore del commercio con l’estero ha e che impone al Governo e al Parlamento di completare l’opera di ristrutturazione e razionalizzazione della struttura istituzionale del commercio con l’estero, nella quale al momento operano, oltre all’ICE, la SIMEST, la FINEST, il Mediocredito centrale, le Camere di commercio, in particolare quelle all’estero, e le associazioni di categoria. Considerando anche la potesta’ concorrente delle Regioni, si tratta -prima facie- di un po’ troppi i soggetti perché possa funzionare bene. Ci sono tanti esempi in giro per il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Giappone, di organizzazioni più efficienti. Noi ci vorremmo ispirare a queste nell’ambito di un disegno di legge che presentero’ in Gennaio, anche in seguito all’approfondimento in corso presso il neo nato coordinamento dei parlamentari eletti all’estero. Sollecitiamo pertanto il Governo a dare, nell’ambito della prossima manovra sullo sviluppo, una particolare attenzione a questo settore, perché la merita.
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