Arte italiana nel mondo. Il gemellaggio fra il XIII municipio di Roma e Parigi propone una interessante iniziativa. Si tratta dell’esposizione di Francesco Zero e di Francois Pohu-Lefèvre all’Atelier Z-Centre Culturel Christiane Peugeot presso la capitale francese. Grazie a questo progetto, sculture, pitture ed altre opere artistiche italiane possono essere esposte negli altri paesi del globo. Un passo avanti per far conoscere la nostra italianità e la nostra vena artistica.
Lo scorso 11 giugno, è stato firmato ad Ostia, XIII municipio della capitale, il gemellaggio artistico dal titolo “Paris Rome”. Tale iniziativa ha dato il via ad interessanti scambi culturali. In primis artisti francesi e lo scultore romano Francesco Zero hanno esposto le loro opere lo scorso 29 luglio, nel chiostro dove ha sede il municipio di Ostia. Adesso è arrivato il momento di ricambiare. A Parigi, in avenue de la Grande Armée, 62, presso l’Atelier Z-Centre Culturel Christiane Peugeot, sono in esposizione le opere dei due artisti.
Francois Pohu-Lefèvre è un esponente del cosiddetto “subrealisme”, corrente artistica che si propone di vedere oltre le apparenze. Per questo motivo, ed in questo caso, la fotografia viene interpretata come un mezzo per esplorare il tema dei rifiuti. L’immagine dei rifiuti urbani, viene rivista e riporposta cercando di evidenziarne la bellezza. Il risultato è una tela in cui i rifiuti non sono più materiali sporchi, come siamo abituati a vedere, ma diventano opere artistiche.
L’altro artista che espone è uno scultore, Francesco Zero. Le sue sculture sono surrealiste, e si propongono di superare le leggi del movimento e della gravità. Le sue figure, in bronzo, riproducono corpi stilizzati, e ricostruiscono uno spazio definito dalle loro distorsioni fisiche. In questo consiste la loro unicità ed originalità. Il metodo attuato è quello della cera persa. Tale procedimento consiste nel realizzare, tramite un calco in gomma di silicone, una copia di cera identica all’originale modellato in creta dall’artista, immergere il modello di cera in un materiale refrattario composto di argilla e gesso, e far cuocere in forni speciali il refrattario già essiccato ed indurito intorno alla figura di cera. In questa fase di laboriosa cottura, la cera fonde lentamente e si disperde sulla base del forno scorrendo attraverso fori predisposti. Lo spazio all’interno del refrattario cotto, lasciato vuoto dalla cera persa, è così pronto, come una bottiglia, a ricevere dal crogiolo la colata del bronzo incandescente a più di mille gradi. 90% rame e 10% stagno compongono lo straordinario bronzo per la fusione d’arte. Le diverse fasi della fusione vengono seguite personalmente dallo scultore che ne cura i ritocchi sia del modello in cera che dell’opera in bronzo, rendendo pezzi unici tutti i lavori eseguiti.
Visitando la mostra, attualmente in corso fino al 23 gennaio, se ne possono ammirare gli esemplari.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con lo “Studio Zero”, associazione culturale attiva a Roma ed a Parigi. L’obiettivo è quello di proporre ad artisti emergenti o già affermati un’occasione per farsi conoscere al pubblico attraverso la realizzazione di esposizioni in tutto il mondo.
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