L’emozionante corsa del partito repubblicano alla "nomination" per le prossime elezioni presidenziali negli States, con le sorprese degli ultimi giorni, sta dimostrando ancora una volta che il sistema in vigore nella più grande democrazia del mondo, anche se di per sé molto dispendioso, riesce, attraverso una serie di passaggi intermedi sempre più rivelatori delle personalita’ e dei programmi dei candidati, a galvanizzare l’elettorato e a rendere più appassionante la competizione in ciascuno Stato dell’ Unione.
Nelle ultime tre tappe delle primarie, il Senatore Rick Sanctorum, di chiare origini italiane (che ha rimarcato con orgoglio in molte occasioni), ha superato il rivale Romney mostrando di avere possibilita’ concrete di ottenere la nomination. E’ bene sapere che Sanctorum, nel suo incarico da Senatore Federale con la presidenza Bush, si impose al tavolo delle trattative, alla fine della guerra in Iraq, per far riconsiderare anche le prerogative della nazione alleata, e a lui cara, l’Italia, affinchè non venisse emarginata e le fosse dato il giusto riconoscimento rispetto alle altre potenze che cercavano spazi per le loro grandi imprese. E questo e’ il filo conduttore che ci lega al candidato: le comuni radici, che uniscono le nostre due nazioni e diventano opportunita’ di più stretto sviluppo delle relazioni nella amministrazione futura.
Mi lega al candidato alle presidenziali USA, il Senatore repubblicano, Rick Sanctorum, una ultra decennale amicizia fatta di stima e rispetto reciproco, più volte confermato nelle tante iniziative politiche in USA durante il suo mandato; Sanctorum e’ diretta espressione dello Stato della Pennsylvania, dove io stesso risiedo da oltre 40 anni. Questo particolare non si puo’ dire decisivo per la scelta della maggioranza dell’elettorato ampiamente sensibile ai candidati rappresentativi del proprio territorio, ma contribuisce a riconoscere i valori cui si richiama il senatore, gia’ noti a chi ne ha seguito l’ascesa.
Abbiamo percio’ interesse a sostenere la sua nomination al di la’ delle possibili accuse di "fuoco amico" dell’arcimiliardario Romney che nasconde i suoi dollari alle isole Cayman e non convince ne’ i "teaparty" ne’ gli ultraconservatori del partito.
Da qui al “supermartedì” del prossimo 6 marzo, occorre l’impegno di tutta la nostra Comunità, di chiare origini Italiane, ma a tutti gli effetti Cittadini Americani, ad unirsi in maniera forte e decisa nel sostenere sia economicamente che politicamente il candidato Sen. Rick Sanctorum. Anche se alcuni non condividessero del tutto determinati suoi principi sull’etica, sulla religione e su una certa visione integralista della sua fede cattolica, bisogna apprezzare la sua costanza nella difesa della centralità della famiglia e dell’unione tra uomo e donna, oltre alla superiore scelta della sacralita’ della vita rispetto al diritto di aborto.
Certamente, qualora dovesse vincere la sfida e diventare Presidente di tutti i cittadini statunitensi, Sanctorum saprebbe temperare le sue intransigenze e ascoltare le ragioni e accogliere i contributi di chi la pensa diversamente.
Siamo quindi tutti chiamati ad un ulteriore e importante sforzo per questo evento che definirei storico e che, visto in prospettiva e in coincidenza anche delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, potrebbe concretamente realizzare il sogno rincorso da sempre, di vedere aleggiare e sventolare alla Casa Bianca le nostre due bandiere.
Per tutti noi l’elezione di Sanctorum rappresenta qualcosa di veramente importante e riporta alla memoria l’epopea del popolo degli emigranti, e le difficolta’ degli oriundi italo-americani, che attraverso un percorso di sacrifici hanno saputo lasciare traccia di se’ in ogni settore della societa’ americana, contribuendo sensibilmente a costruire il mito del Grande Paese dove la ricerca della felicità e’ un diritto riconosciuto dalla Costituzione.
Amato Berardi, deputato PdL eletto nel Nord e Centro America
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