Quattro giornalisti sono stati sequestrati a Tripoli dai lealisti del Colonnello Gheddafi. L’autista che li accompagnava è stato ucciso. L’agguato è avvenuto invece a Zawiyah, nell’est del Paese. "Stiamo bene", racconta uno di loro durante una telefonata.
I giornalisti italiani rapiti sono Domenico Quirico, nato ad Asti nel 1951, firma autorevole de La Stampa di Torino; Claudio Monici, 53 anni, inviato di Avvenire, che per anni ha seguito per il quotidiano della Cei moltissimi avvenimenti internazionali, soprattutto in zone di guerra e nel Terzo mondo; Giuseppe Sarcina, 49 anni, milanese, si è occupato principalmente di economia ed è stato anche responsabile dell’inserto Corriere Economia; Elisabetta Rosaspina, 53 anni, milanese, ha da poco concluso il suo periodo di corrispondente a Madrid ed è tornata nella redazione di via Solferino con la carica di inviato, che ha già coperto seguendo, tra gli altri avvenimenti, la guerra in Libano, il conflitto palestinese e la strage di Beslan in Russia.
I nostri connazionali sono trattenuti in un appartamento della capitale libica. Dalle finestre, secondo quanto si apprende, hanno visto un noto centro commerciale di proprietà della figlia di Gheddafi.
In Italia la preoccupazione è alta. "Tutti i canali per una soluzione rapida" sono stati attivati, ha informato subito l’Unità di crisi della Farnesina. Massima attenzione sul caso da parte del Quirinale, di Palazzo Chigi e del ministero degli Esteri. L’Europa ha chiesto una immediata liberazione degli ostaggi. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, parla "dell’ennesimo crimine internazionale" perpetuato a danno "di persone che masticano diritti umani e che li raccontano ogni giorno con grande professionalità".
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