Caro direttore,
Caro Ricky,
sai bene che non è mio stile, né vezzo, replicare a riferimenti giornalistici che mi riguardano. Conosciamo molto bene i meccanismi che concorrono alla definizione della spesa pubblica e la legge finanziaria rappresenta lo strumento principe che la caratterizza.
Perciò il riferimento contenuto nelle mie dichiarazioni, non è tanto il misconoscimento del lavoro svolto dai parlamentari eletti nella circoscrizione estero, sapendo che bisognerebbe fargli una statua per il lavoro da formiche che riescono a compiere per far quadrare i bilanci dei vari capitoli, bensì la cifra storica investita per far funzionare l’esposizione del nostro Paese nel mondo.
L’Italia per il prossimo quinquennio investirà oltre 200 miliardi per sostenere la ripresa economica, modernizzare il Paese e renderlo smart e competitivo in tutti gli ambiti nei quali la concorrenza straniera è più agguerrita. E’ proprio la mancanza di una prospettiva di coinvolgimento e di valorizzazione delle nostre comunità che noi reclamiamo.
L’assunzione dei nuovi funzionari nella rete consolare, l’apertura dei consolati e gli altri interventi sensibili a garantire i servizi costituiscono l’adeguamento in risposta ai tagli del passato. Il cambio di paradigma vorrebbe la partecipazione dei nostri connazionali all’estero nelle politiche economiche, sociali del nostro Paese, proprio perché non sono e non devono essere più considerati gli scarti del sistema nazionale, ma protagonisti della ripresa.
La partita globale non si gioca più tra magliari e vu’ cumprà del secolo scorso, ma tra portatori di conoscenza e di cultura e i nostri connazionali all’estero oggi esprimono questi aspetti con eccellenza. Come vedi il mio ragionamento andava al di là di come è stato riduttivamente interpretato.
Michele Schiavone, Segretario Generale CGIE
LA REPLICA DEL DIRETTORE
Grazie caro Michele per la tua replica, a cui volentieri daremo spazio sulle nostre pagine, perché ItaliaChiamaItalia è prima di tutto, da sempre, dibattito e confronto.
Permettimi di dire che personalmente una statua la farei ai tanti italiani nel mondo che vanno avanti nonostante un governo – e spesso una politica – che di loro se ne infischia altamente. Se qualche parlamentare prova a far quadrare i conti fa solo il proprio dovere, per giunta molto ben pagato.
“L’assunzione dei nuovi funzionari nella rete consolare, l’apertura dei consolati e gli altri interventi sensibili a garantire i servizi” che tu menzioni, si devono tutti ai governi precedenti, in questa legislatura, e non a quello attuale.
Riconosco il tuo impegno, ti seguo e apprezzo molto i tuoi sforzi, l’ho anche scritto su questo giornale online. Tuttavia, c’è un fatto: nell’esecutivo non esiste nessuno che abbia orecchie per intendere.
Così ci ritroviamo con le briciole in manovra, abbiamo da anni un voto all’estero che fa acqua da tutte le parti e che nessun governo si è impegnato seriamente a modificare, gli italiani nel mondo sono costretti a pagare l’Imu sulla loro prima e unica casa in Italia al contrario di quelli residenti nello Stivale. Abbiamo una rete consolare frantumata proprio a causa dei tagli fatti negli ultimi decenni da governi di ogni colore e in certe zone del mondo per rinnovare un passaporto ci vogliono mesi, se non anni… Tutte cose che tu sai bene. Una situazione davvero insopportabile.
A noi non interessano bandiere e colori politici: a noi, come ai nostri lettori, interessano i fatti. E purtroppo questa legge di Stabilità parla da sola: noi italiani all’estero siamo sempre l’ultima ruota del carro. Com’è possibile non indignarsi davanti a questo? Un caro saluto.
@rickyfilosa