“La fuga di capitali dall’Italia verso la Svizzera assume dimensioni sempre più allarmanti. Anche ieri, alla frontiera elvetica è stato individuato ed arrestato un evasore in procinto di recarsi in Svizzera con un milione di euro nascosti nel cruscotto dell’auto. L’ennesimo caso che dimostra come il problema non si limiti all’evasione fiscale da parte di piccoli e medi risparmiatori, bensì sia spesso un canale utilizzato anche da grandi evasori e dalla criminalità organizzata per riciclare denaro sporco. La criminalità economica si intreccia sempre più frequentemente con la criminalità organizzata e genera danni incalcolabili al nostro Paese”. Lo dice Laura Garavini, Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Antimafia, nei giorni in cui si riapre il dibattito sul concordato fiscale tra l’Italia e la Confederazione elvetica per tassare i soldi nascosti nelle banche svizzere.
“Non è sufficiente stilare un accordo in virtù del quale si delega alla Svizzera l’imposizione di un prelievo fiscale forfait, con la garanzia del più assoluto anonimato. Si tratterebbe di un vero e proprio condono fiscale. Una soluzione di questo tipo potrebbe procurare gettito all’erario, ma tutto sommato agevolerebbe la criminalità economica”, afferma Laura Garavini. “E’ vero che la Germania e il Regno Unito hanno concluso accordi di questo tipo, ma loro stesse a pochi mesi di distanza, ne stanno riconoscendo i limiti e stanno valutando di rivedere le condizioni trattate”, spiega la deputata PD.
“L’accordo tra l’Italia e la Svizzera deve essere concluso al più presto, anche per sbloccare i fondi da versare ai comuni di residenza dei 50’000 frontalieri impiegati in Ticino”, aggiunge Laura Garavini. “Ma il bisogno di liquidità del Paese non deve servire ad agevolare il crimine organizzato. Il Governo Monti fa bene ad alzare il tiro nei negoziati e a pretendere che il concordato rispetti gli standard indicati dall’OCSE in materia d’imposizione fiscale. L’obiettivo deve essere lo scambio diretto d’informazioni tra autorità fiscali, in piena reciprocità. Questo non solo nell’interesse dell’Italia”, ha concluso la capogruppo PD in Antimafia, “ma di tutti i Paesi impegnati nella lotta al crimine organizzato internazionale. Svizzera inclusa”.
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