“Al momento i lavoratori a contratto del MAECI in Danimarca, a cui si aggiungeranno altri sul breve periodo, si trovano a vivere un paradosso fiscale in cui malgrado sussista una legge che li tuteli, questi sono tassati da ben due Paesi, quello che li ospita e quello per il quale lavorano e dove sono assoggettati ad irpef. Un ennesimo cortocircuito normativo su cui appare urgente un intervento del Maeci che vada però nella direzione di tutelare solo ed esclusivamente gli interessi dei nostri lavoratori”. Lo dichiarano in una nota i senatori Di Biagio e Micheloni a proposito della situazione fiscale degli impiegati a contratto in Danimarca.
“La convenzione contro la doppia imposizione tra Italia e Danimarca entrata in vigore nel 2003 e forte di una pressi interpretativa consolidatasi in 16 anni di applicazione – spiegano – è stata incomprensibilmente stravolta da una interpretazione unilaterale da parte dell’agenzia fiscale danese secondo cui i cittadini residenti in Danimarca, sebbene lavorino per un altro Stato e di questo abbiano cittadinanza, devono comunque pagare le tasse dove risiedono. Nel contempo però l’Italia, applicando correttamente la legge, trattiene alla fonte le aliquote dovute dai singoli lavoratori, paradosso che ha comportato una drastica riduzione della retribuzione che sta spingendo molti a valutare il licenziamento”. “Inoltre – sottolineano i senatori – attualmente esiste un contenzioso tra lavoratori e agenzia fiscale danese che ha visto tre dei ricorrenti condannati al pagamento delle somme retroattive alle quali viene ulteriormente applicata una mora del 6%per l’intero periodo di pendenza dell’anomalia. Praticamente una beffa ai danni di lavoratori dello Stato italiano”.
“L’unica soluzione – spiegano – sta nella rinegoziazione della Convenzione ed il Maeci sembra condividere questa ipotesi: la priorità resta però quella di evitare che ci si pieghi all’interpretazione danese, traslando l’imponibilità dall’Italia alla Danimarca, anche perché in questo caso, non sarebbe previsto un correlato riadeguamento stipendiale, pertanto l’onere in capo ai lavoratori sarebbe sostanziale ed ingiustificato. In queste ore abbiamo avviato un confronto con il MAECI ed il MEF, anche attraverso un atto parlamentare, al fine di comprendere le soluzioni percorribili e le analisi che le sottendono, certo che la risoluzione dell’impasse sia facilmente individuabile senza sacrificare, per l’ennesima volta, gli interessi dei nostri lavoratori, risorsa invece da salvaguardare e valorizzare soprattutto nel confronto, sia esso fiscale e normativo, con i Paesi in cui operano”, concludono i senatori Di Biagio e Micheloni.