Reintegrare quanto prima le risorse destinate ai corsi di lingua e cultura italiana all’estero. Ancora una volta i deputati Pd eletti all’estero – Porta, Farina, Bucchino, Garavini e Fedi – portano all’attenzione della Farnesina il pericolo del "ridimensionamento" dell’offerta culturale del nostro Paese nel mondo, con una interrogazione al Ministro Terzi.
"L’intervento per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, nell’ambito delle cosiddette politiche migratorie, – denunciano i parlamentari nella premessa – è stato quello che ha subito le più pesanti conseguenze della politica dei tagli delle risorse, passando da una dotazione di 34 milioni di euro del 2007 all’attuale 6,4 milioni e scontando, altresì, la riduzione dei fondi destinati agli istituti di cultura e del contingente degli insegnanti inviati all’estero; un ridimensionamento dell’offerta linguistica e??? culturale del nostro Paese nel mondo di dimensioni tanto importanti non solo contrasta con una domanda crescente e sempre più diversificata, anche dal punto di vista generazionale, ma priva il Paese di una leva strategica per la sua internazionalizzazione, per il crescente peso che i fattori culturali rivestono nella competizione globale".
"La pur apprezzabile conversione da una linea di meccanica proiezione dei tagli lineari sui contributi agli enti gestori dei corsi ad una linea di selezione degli interventi, sulla base del prioritario criterio della salvaguardia dei corsi integrati nei sistemi scolastici locali, – rilevano i deputati – non ha impedito comunque l’annullamento di molti corsi integrati e ha avuto ripercussioni diversificate sull’offerta formativa a seconda delle concrete situazioni esistenti nelle diverse aree del mondo; in Svizzera, ad esempio, dove è alto il livello di integrazione dei corsi nel sistema scolastico locale, gli enti gestori, a meno di un intervento integrativo immediato, prevedono la chiusura di 390 corsi attualmente frequentati da 4.400 alunni, mentre in America Latina e in Australia, l’eliminazione del finanziamento dei corsi per adulti sta determinando la scomparsa di una parte consistente delle attività formative;
la situazione più critica rischia di configurarsi in America meridionale, già penalizzata dall’invio di soli 10 insegnanti del contingente su un totale di 290, per la caduta verticale dei corsi per adulti, molti dei quali organizzati dalla rete associativa operante in loco, e per la pratica cancellazione della formazione degli insegnanti".
"La preoccupante prospettiva che si sta determinando per l’intero continente latinoamericano – informano i deputati Pd – è confermata da alcune situazioni, che qui si richiamano a titolo esemplificativo: nello Stato di San Paolo la FECISBEF organizzava nel 2010 corsi per oltre 25.000 alunni, di cui 5.000 nelle zone dell’interno, mentre ora, per una riduzione del 76 per cento del finanziamento, è costretta ad abolire tutti i corsi per adulti e a ridurre l’offerta a 13.000 utenti; a Buenos Aires, la Federazione per lo studio e la diffusione della lingua e cultura italiana (FELCI), alla quale aderiscono 26 associazioni italiane attive nel campo culturale, nel 2011 ha organizzato 581 corsi per 8.415 alunni, di cui 4.318 compresi nella fascia dell’obbligo, scesi quest’anno a 3.100, mentre arretra in modo preoccupante anche il numero degli adulti, superiore l’anno scorso alle 4.100 unità; nel Rio Grande do Sul, altro luogo di storico insediamento dell’emigrazione italiana, il contenzioso amministrativo con l’ACIRS, che da vent’anni organizza corsi, e la sospensione dei contributi stanno determinando la dispersione dei 14.000 alunni presenti in oltre 70 comuni".
I deputati chiedono quindi al Ministro "se non ritenga indispensabile rappresentare, in tempi??? necessariamente molto brevi, l’esigenza di una reintegrazione dei fondi destinati alla promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo almeno per mantenere i livelli di offerta realizzati nell’ultimo anno, che aveva già conosciuto, peraltro, una riduzione dell’intervento" e "se non ritenga di favorire la ridefinizione dei criteri di distribuzione delle risorse per temperare la rigidità di alcune priorità che non rispondono in modo adeguato alla diversità delle situazioni culturali, sociali e organizzative esistenti in diverse parti del mondo e, in particolare, per allargare i margini di intervento a sostegno dei corsi per gli adulti, almeno in quelle aree dove essi rappresentano un elemento strutturale dell’intero impianto formativo".
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