Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli Esteri, durante la Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie ha dichiarato: “Negli ultimi 10 anni, gli italiani iscritti negli schedari consolari sono passati da 4,6 milioni a 6,5 milioni: si tratta di un incremento percentuale che sfiora il 40%. All’aspetto quantitativo si aggiunge l’aspetto generazionale: ad aver lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni sono stati infatti soprattutto i giovani, che si sono trasferiti oltre i confini nazionali alla ricerca di nuove opportunità di studio o di lavoro. Allo stesso tempo in Italia, nell’ultimo decennio, anche il quadro normativo che regola il rientro dei connazionali espatriati è stato progressivamente adattato a questa nuova realtà. Si tratta di misure che cercano di coniugare il rientro degli esponenti della nuova mobilità alla valorizzazione delle aree meno popolate d’Italia, come i piccoli borghi, e del Mezzogiorno, che è l’area del nostro Paese che registra i tassi più alti di trasferimenti per espatrio”.
L’esponente del governo italiano si è poi soffermato sulle possibilità derivanti dal Pnrr: “Abbiamo una grande occasione, che comporterà uno sforzo progettuale molto rilevante. Questo sforzo potrebbe essere un’opportunità per riattrarre in Italia i nostri professionisti emigrati. Stiamo lavorando per comunicare agli italiani all’estero questa possibilità”.
Sul tema del turismo delle radici, invece ha sottolineato la necessità di “mettere a disposizione servizi adeguati a facilitare l’aspirazione di molti italo-discendenti di recuperare le proprie radici familiari, che spesso si trovano nelle aree interne o nei borghi della nostra nazione”.
“Le collettività italiane all’estero possono svolgere sempre più una funzione di ‘testimonial’ anche di singole realtà locali, che contribuisca non solo a conquistare menti e cuori dei nostri interlocutori stranieri, ma anche a promuovere i nostri territori” e a tale riguardo “va sottolineata l’importanza dell’iniziativa del Turismo delle radici”.
Della Vedova ha infatti rimarcato come il Turimo delle radici “possa essere un volano molto importante per il turismo italiano, soprattutto per portare presenze turistiche, con quello che può portare in termini di servizi, fuori dalle grandi città”.