L’ufficio stampa della Farnesina spiega al quotidiano La Repubblica che dal Sudamerica potrebbero arrivare milioni di richieste di cittadinanza dagli oriundi italiani: “Si parla di circa 50mila nuovi cittadini all’anno solo presso i consolati italiani in Brasile, mentre si stimano decine di milioni di potenziali aventi diritto”.
“Per dare un’idea dell’afflusso – si legge su Repubblica -, rispetto al quale gli organici dei nostri uffici consolari sono evidentemente insufficienti, basti dire che la lista d’attesa per la trattazione delle richieste al Consolato generale di San Paolo è di 11 anni, 8 a Porto Alegre, 4 a Brasilia, mentre va meglio a Rio dove si aspetta solo qualche mese”.
Si tratta di richieste di cittadinanza ius sanguinis, a cui hanno diritto i discendenti dei nostri emigrati. Una legge, quella che riguarda lo ius sanguinis, che consente di ottenere la cittadinanza a chi dimostra di avere un antenato italiano, senza limiti di generazione. Una legge che, a detta di molti, andrebbe rivista, perchè così la situazione è diventata davvero insostenibile, per la rete consolare e per l’Italia stessa.