La violenza sulle donne va condannata senza se e senza ma, ovunque, sempre. Ma non tutti i Paesi del mondo hanno una cultura tale da capire che le donne non vanno toccate “neanche con un fiore”, come ci hanno spiegato spesso le nostre madri. In Afghanistan, per esempio, troppo spesso, ancora oggi, le donne subiscono maltrattamenti da parte dei propri mariti e degli uomini in generale. E così la Cooperazione italiana, insieme alle Ong Actionaid e Hawca, lancia una sfida in quel Paese: una società a misura di donna è possibile. Basta agli abusi e alle violenze di genere, piaga secolare della società afghana.
Spiegano fonti della Cooperazoine: "In Afghanistan esiste una legislazione che tutela le donne vittime di violenza, l’Elimination of Violence Against Women Law del 2009. Cio’ che manca e’ spesso la consapevolezza del diritto e l’accesso al sistema di sostegno legale che ne garantisca l’applicazione. Soprattutto nelle zone rurali, gli abusi perpetrati tra le mura di casa diventano troppo spesso una questione privata lasciata al silenzio e all’indifferenza per la vittima".
Per questo l’Italia ha deciso di mettere al centro del nuovo programma le donne e il loro diritto a essere informate realizzando, al tempo stesso, una rete sociale in grado di proteggerle e far rispettare i loro diritti. Si tratta di un progetto che partirà in circa 50 villaggi della provincia di Herat, dove saranno formati circoli di 20 donne che si riuniranno periodicamente per condividere e discutere i loro problemi, ma anche per imparare a leggere e scrivere, apprendere i propri diritti e i modi in cui affrontare eventuali atti di violenza. Un passo avanti, ci auguriamo, verso una società meno violente e verso una più forte consapevolezza delle donne, una maggiore fiducia in se stesse.
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