Premesse In Italia non molti conoscono RAI Italia, perché i suoi abbonati sono milioni di connazionali, sparsi su quattro continenti, persone che pur integrate nel tessuto sociale dei paesi di residenza, parlano ancora l’italiano e, anche grazie a RAI Italia, hanno mantenuto il loro legame e la loro identità. RAI Italia non è il canale internazionale della RAI come l’inglese BBC Word o la francese TV5Monde. Con la sua programmazione per l’estero, la RAI compie una missione di alto profilo perché tiene vivi i legami con l’Italia, aiuta le giovani generazioni di oriundi a non perdere le radici e partecipare all’evoluzione del nostro paese e agli sviluppi della vita culturale e sociale degli italiani e promuove la diffusione della lingua italiana nel mondo. RAI Italia fino ad oggi è stato uno strumento unico per raggiungere e unificare l’enorme potenziale della diaspora italiana.
La recente decisione del Consiglio di Amministrazione della RAI, in virtù dei pesantissimi tagli ai contributi della Presidenza del Consiglio, di eliminare totalmente i programmi prodotti specificatamente per gli italiani all’estero, non farà altro che distruggere il rapporto dei connazionali nel mondo con l’Italia.
Questa notizia ha colto di sorpresa milioni di utenti nel mondo che da anni si sentivano invece promettere un potenziamento di RAI Italia. Si tratta di misura drastica, punitiva, assolutamente miope. Chi ha preso questa decisione è erroneamente convinto che agli italiani all’estero – che pagano il canone mensile per ricevere RAI Italia e in gran parte pagano le tasse in Italia – basti un canale di RAI International che trasmetta solo i programmi delle reti RAI e il calcio e non fa alcun tipo di cultura di ritorno.
Risparmio? No! Solo danno economico inestimabile Spezzare il rapporto dell’Italia con l’Italia all’estero si tradurrebbe inevitabilmente in un grave danno economico, oltre che di immagine, per il nostro Paese.
Gli italiani all’estero sono considerati, almeno da tutti i politici che abbiamo ascoltato, i migliori ambasciatori e consumatori del “Made in Italy", per non parlare poi del turismo di ritorno. Il desiderio di appartenenza spinge anche figli e nipoti a ricercare le radici. Tutto questo rappresenta un beneficio economico immenso per l’Italia. Per risparmiare pochi milioni di euro si cancella un investimento di tanti anni, che ha creato un indotto di valore inestimabile per l’economia italiana.
Cosa si sta distruggendo Eliminare questo genere di programmi per gli italiani all’estero significherà:
• Non coprire i grandi eventi che hanno come protagonista l’Italia all’estero (mostre, festival, simposi, conferenze);
• Non dare notizia delle iniziative che lo Stato Italiano, le Regioni o i Comuni organizzano per gli italiani all’estero e non seguire più le missioni all’estero dei loro rappresentanti;
• Non dare spazio e visibilità alle iniziative organizzate dagli Istituti di Cultura, dal mondo accademico, non sostenere la cooperazione scientifica tra l’Italia e i vari paesi nel mondo, non seguire gli studi dei nostri ricercatori all’estero e i progetti di confronto e collaborazione con gli imprenditori, non dar risonanza al lavoro delle Camere di Commercio;
• Non dar più voce ai rappresentanti delle nostre comunità (Parlamentari all’estero, CGIE, Comites, presidenti di associazioni);
• Non seguire le iniziative di rilievo delle nostre comunità all’estero.
Informazione di ritorno Un capitolo a parte veste la fondamentale “informazione di ritorno”. Molti servizi realizzati all’estero venivano finalmente ritrasmessi sui TG nazionali e soprattutto sui TG Regionali. L’opinione pubblica italiana ha bisogno di conoscere le vere realtà degli italiani all’estero, al di là di facili stereotipi. Interrompere la produzione di servizi giornalistici all’estero annullerebbe immediatamente la possibilità di far conoscere la realtà di questa “altra Italia”.
Cosa bisognava tagliare RAI Italia, sin dalla sua istituzione, ha prodotto molti programmi, anche costosi, alcuni dei quali non erano di buona qualità e soprattutto non erano indispensabili, perché costituivano la brutta copia di trasmissioni già prodotte dalle reti nazionali RAI
Cosa invece bisogna salvare assolutamente Proprio quei programmi che le altre reti RAI non producono, quelli che consentono di tenere aperti i canali di comunicazione e di informazione reciproca.
• Una rubrica quotidiana di informazione diretta agli italiani all’estero;
• Un programma settimanale per gli approfondimenti e per le storie delle eccellenze italiane all’estero;
• Un programma settimanale di servizio che affronti i temi del fisco, delle pensioni, della cittadinanza e la sanità per gli italiani residenti all’estero.
PERTANTO SI CHIEDE
Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, al Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, al Presidente del Consiglio di Amministrazione della RAI, Paolo Garimberti e al Direttore Generale della RAI, Lorenza Lei:
• Di ripristinare il contributo pubblico, erogato dal Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio, in base alla specifica Convenzione con la RAI;
• di non eliminare i programmi dedicati agli italiani all’estero, prodotti da RAI Italia;
• E soprattutto di aprire con urgenza un tavolo di consultazione tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, C.G.I.E., Com.It.Es, Parlamentari eletti nelle Circoscrizioni Estero e RAI, al fine sottoscrivere una nuova convenzione e garantire l’erogazione dei fondi necessari affinché sia prodotta e distribuita all’estero e in Italia una programmazione dedicata agli italiani all’estero.
Si impegna i Gruppi parlamentari ad adoperarsi affinché le richieste contenute in questa petizione vengano onorate.
Com.It.Es. Toronto
Com.It.Es. Edmonton
Com.It.Es. Montreale
Com.It.Es. Ottawa
Com.It.Es. Vancouver
Congresso Nazionale Italo Canadese Distretto di Toronto
C.G.I.E.
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