I Comuni italiani, fatta eccezione per quelli in cui viene applicata una lieve riduzione, fino ad un massimo del 33%, incassano dagli italiani all’estero la TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani) in misura uguale ai residenti, anche se il servizio fornito, grazie anche agli effetti dell’attuale e perdurante crisi economica che impedisce a tantissimi emigrati di recarsi in Italia per le vacanze, riguarda solo una frazione minima dell’arco di un anno, dato che la loro presenza è molto limitata o addirittura tanti sono assenti sul territorio per anni e, che quindi, dalle loro abitazioni non esce neanche un grammo di immondizia.
Oltre alla TARSU, che non si spiega perché sia così onerosa rispetto al costo dello stesso servizio erogato negli altri paesi europei, i connazionali all’estero, adesso, corrono il rischio di pagare un ulteriore salatissimo onere, quale l’IMU, in misura più del doppio rispetto ai residenti nel Comune di loro provenienza.
Si tratta di una vera beffa o meglio di una grave estorsione perpetrata nei confronti di chi pur non avendo certamente contribuito al dissesto delle finanze nazionali, forse, ha commesso l’unico errore di aver investito il sudore di tanti anni di sacrifici in una Terra diventata ingrata, miope e ingiusta.
L’effetto di tali misure indurranno molti connazionali a ridurre o a differire sempre di più la loro permanenza in Italia nonché a rivedere il loro rapporto con essa ed i loro immobili. La loro Patria si rivela sempre meno madre e sempre più matrigna.
E’ ora di finirla, per un senso di giustizia civile e democratico. Ci aspettiamo che il nostro governo, cui ci appelliamo, riesca a porre rimedio a tutto ciò.
Giovanni Ardizzone
Presidente del Com.It.Es. di Norimberga
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