Il Com.It.Es. di Adelaide, nella serata dedicata alla raccolta fondi del 22 ottobre scorso, mirata a sopperire ai tagli dell’attuale governo effettuati negli ultimi anni, ha approvato assieme ai circa 350 partecipanti – tra cui molti rappresentanti di Associazioni – un ordine del giorno. Questo documento verrà presentato al Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, in occasione della sua visita in Australia, sotto forma di lettera aperta e sarà anche inviato ai giornali e alle agenzie di stampa in lingua italiana.
Egregio Ministro Frattini,
il Com.It.Es., il CGIE (Consigliere Daniela Costa), le Associazioni presenti alla serata in favore del Com.It.Es. del 22 ottobre 2011 e la comunità italiana del South Australia, avendo preso visione di quanto proposto dall’Ambasciata Italiana di Canberra (“Il Globo”, 17.10.2011) sui tagli e sulla riorganizzazione della rete diplomatica italiana in Australia, esprime il proprio disappunto per la mancata consultazione con le suddette parti. Esprime, inoltre, un parere (non sollecitato, ma necessario) negativo sulla proposta in generale e in modo particolare sulla trasformazione dei Consolati di Adelaide e Brisbane in “antenne distaccate di Canberra” e sulla mancanza di un programma di ricollocazione degli impiegati a contratto.
Il Com.It.Es., ritiene opportuno ricordarLe che ad Adelaide la comunità italiana è la più numerosa rispetto a tutte le altre comunità, in quanto risulta composta da circa 15.000 iscritti all’AIRE e da 80.000 residenti di origini italiane; che lo Stato del South Australia ha stipulato con il governo italiano un “Memorandum of Understanding” sull’insegnamento della lingua e cultura italiana e vari accordi di natura diversa con alcune regioni italiane tra cui con la Campania, la Calabria, la Puglia, la Basilicata e con la Provincia di Trento; che la presenza di compagnie italiane in questo Stato è aumentata notevolmente negli ultimi anni e notevoli sono stati gli introiti da loro conseguiti.
Le facciamo inoltre notare che sono proprio gli Italiani residenti all’estero che continuano, con il loro attaccamento alla Madre Patria, ad essere i veri ambasciatori, consumatori e promotori del made in Italy. Se le esportazioni italiane, che rimangono un aspetto vitale per l’economia italiana, continuano a reggere, lo è soprattutto grazie agli Italiani nel mondo.
In merito al progetto del “Call Centre”, dove verrebbero convogliate tutte le richieste di “informazioni telefoniche, assistenza per la compilazione di modulistica, gestione degli appuntamenti”, la proposta non può che trovarci contrari. La vastità dell’Australia e l’invecchiamento della prima generazione richiede un maggiore decentramento dei servizi e non il contrario.
Il Com.It.Es. nota che il Ministero degli Esteri e il governo non hanno tenuto conto dei moltissimi interventi fatti contro la chiusura del Consolato o la declassazione a sportello quali la petizione (15.000 firme) presentata al sottosegretario Mantica, della dimostrazione popolare davanti alla sede del Consolato, degli interventi presso il governo dell’ex Primo Ministro Rudd e dell’ex Premier del South Australia Mike Rann e di numerosi parlamentari federali e statali (il più recente quello del Ministro per gli Affari Multiculturali del South Australia, Grace Portolesi, che nell’incontro con Mantica ha ribadito la posizione negativa del governo all’annunciata chiusura del Consolato di Adelaide), né dei continui appelli del Com.It.Es. stesso, del CGIE e della comunità.
Pertanto, il Com.It.Es. e la comunità italiana del South Australia Le chiedono di avviare una più approfondita analisi sulla situazione generale della rete consolare e in modo particolare quella del Consolato di Adelaide, tenendo presente la necessità di avere servizi dello Stato sempre più efficienti e adeguati alle esigenze della prima generazione; di ridare alla sede consolare di Adelaide il titolare, sede rimasta senza Console da oltre un anno; di rivedere tutta la politica attuale concernente il progetto d’investimento sull’insegnamento della lingua e cultura italiana all’estero e in modo particolare in South Australia, inclusi gli Istituti di Cultura, i dirigenti scolastici e gli Enti gestori – politica che sta svantaggiando l’insegnamento su larga scala per favorire quella della scuola bilingue, che se pur valida, non è sufficiente a mantenere una comunità che si riconosca nella sua propria lingua e cultura d’origine.
Il Com.It.Es. si riserva di predisporre un apposito documento che contiene dati sull’operatività del Consolato e sui rapporti commerciali fra il SA e l’Italia.
In attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgiamo i più distinti saluti.
Il Presidente del Comites SA
Cav. Vincenzo Papandrea
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