Alberto Colella, Console Generale a Ginevra, arrivato a fine mandato, ha concesso un’intervista a “La notizia di Ginevra”, nella quale spiega, fra l’altro: “L’obiettivo principale del mio mandato a Ginevra era di migliorare l’efficienza del Consolato. Mi sembra di esserci riuscito in questi anni, attraverso una migliore organizzazione del lavoro e l’implementazione di un nuovo e moderno sistema informatico di gestione consolare. I risultati si vedono: le lunghe file di persone in attesa in Consolato sono un lontano ricordo del passato, l’abolizione dell’ufficio cassa ha liberato risorse umane utilizzate in modo più produttivo, i tempi di fornitura dei servizi sono diminuiti in modo eccezionale. Il risultato delle misure adottate e’ una maggiore produttività: basti pensare che solo 10 anni fa in Consolato il doppio di impiegati consolari produceva meno della metà degli atti consolari prodotti oggi. Insomma, meno persone ma più efficienza”. Non solo: “Un altro obiettivo della mia azione e’ stato di riavvicinare il Consolato agli italiani, soprattutto agli immigrati di più antica data che per motivi vari lo percepivano come istituzione distante e spesso ostile. Ho fatto il possibile per fare in modo che il nostro luogo di lavoro fosse aperto a tutti, davvero un Consolato dalle porte aperte. Tutti coloro che hanno chiesto di vedere il Console hanno potuto farlo, non ho mai rifiutato una singola richiesta di incontro”.
Un consolato, quindi, che dà di sé “un’immagine moderna e aperta alle novità, un’immagine efficiente e adeguata al nostro Paese e alla comunità italiana di Ginevra”. “Spero di essere ricordato anche come il Console che ha riportato a Ginevra la scuola italiana. Nel settembre scorso ha infatti aperto la nuova scuola italiana a Mies, il nuovo liceo italiano di Ginevra: si tratta della filiale del liceo scientifico bilingue “Vilfredo Pareto”. Dopo 40 anni, torna finalmente la scuola italiana a Ginevra! L`Istituto sta riscuotendo un notevole successo, rispondendo alle esigenze di tanti italiani che vogliono che i loro figli continuino a Ginevra gli studi nella nostra lingua”.
Da novembre ha chiuso il Consolato di Losanna: “A partire dal 1° novembre 2011 il Consolato italiano di Ginevra ha esteso la sua competenza ai cantoni di Vaud e di Friburgo. Con la chiusura del Consolato di Losanna, tutti i dipendenti di quel Consolato si sono trasferiti a Ginevra. Il nostro Consolato conta adesso 23 dipendenti, ed amministra ben 120.000 italiani. E’ il più grande Consolato italiano in Svizzera. Per permettere l`accorpamento abbiamo effettuato una serie di lavori di ristrutturazione sia per preparare i locali della sede consolare al nuovo staff, sia per dare un volto nuovo e moderno al Consolato. Nei mesi di agosto-novembre scorsi importanti lavori di restauro sono stati portati a termine: e’ stato completamente rifatto il piano seminterrato, recuperando una superficie di circa 200mq adibita ora ad archivio; e’ stato costruito un ingresso per i disabili, interamente rifatta la sala d’attesa, gli impianti elettrici, informatici e di riscaldamento; gli impianti di posta pneumatica, di controllo degli accessi e l’impianto cosiddetto “taglia code”; inoltre,sono stati costruiti dei nuovi servizi igienici, uno dei quali specifico per i disabili; restaurate e rifatte le pareti e i pavimenti di numerosi uffici. I risultati sono visibili: sale di lavoro moderne e luminose, migliore accoglienza del pubblico, aumento del valore dell’edificio (che – ricordiamo – e’ di proprietà dello Stato italiano)”.
Cos’è che non ha avuto il tempo di terminare? “L’incorporazione del Consolato di Losanna sta comportando qualche problema. Se il flusso di connazionali in un primo momento è stato stabile, nelle settimane prima di Natale si sono registrate code, un flusso maggiore di connazionali che ha prodotto ritardi nell’erogazione dei servizi. E’ un problema che occorrerà affrontare e che si scontra con il limite fisico dell’edificio che ci ospita. In futuro occorrerà mantenere il livello attuale, anzi migliorare il livello di efficienza dei servizi consolari, continuando l’opera di aggiornamento e ammodernamento delle strutture e dei servizi. Occorrerà poi rendere il Liceo di Mies sostenibile e finanziariamente autosufficiente: contiamo di realizzare questo risultato in quattro anni”.
In generale, “mi sono sentito ben accolto dalla comunità, io e la mia famiglia ci siamo sentiti benvoluti e coccolati dagli italiani, come a casa”.
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