L’altro giorno ho ricevuto una email da parte di un connazionale residente nella Repubblica Dominicana che – cito a memoria, senza virgolette – diceva più o meno cosi’:
Caro Ricky, non ti conoscevo prima e l’ho fatto attraverso i tuoi articoli e il tuo giornale, che seguo da circa sei mesi. Ho 60 anni e della politica italiana ne ho fin sopra i capelli. I partiti mi hanno stancato, mi ha stancato l’Italia. Ma ho visto che porti avanti il progetto del MAIE, insieme ad altri. Ecco, voglio dirti che seguendo il tuo lavoro, e le tue riflessioni sul MAIE, hai fatto tornare in me l’entusiasmo verso la politica, quello che sentivo un tempo e che pero’ era stato ucciso da certi comportamenti di Roma. Sono pronto a battermi per difendere gli interessi di noi italiani all’estero. Ti voglio ringraziare e dirti che sono a tua completa disposizione per collaborare alla crescita del MAIE qui in RD e in Centro America.
Ecco, queste le parole e il senso della lettera dell’italiano residente ai Caraibi. E messaggi che esprimono questi sentimenti, ne ho ricevuti molti da quando mi occupo del MAIE in America Centrale.
Il Movimento associativo italiani all’estero conquista sempre più consensi. Oserei dire, più cuori. I cuori di quelle persone, italiani lontani dal BelPaese, che proprio grazie al MAIE tornano a credere, tornano a emozionarsi per un progetto vicino a loro, nato per loro dall’idea di un gruppo di emigrati italiani in Sud America.
Ma non solo cuore: anche la mente e’ coinvolta. La mente di chi ormai comprende che senza un movimento indipendente, ma non scollegato dai partiti, che porti avanti in maniera compatta le istanze degli italiani nel mondo, non puo’ esserci futuro per le tematiche che più da vicino interessano i connazionali.
Difficile non rendersene conto: c’e’ un clima di grande fiducia, intorno a chi si occupa del MAIE. Certo, a qualcuno questo protagonismo da’ fastidio: ma anche gli avversari, quelli che riescono ad essere imparziali pur nella diversita’ delle vedute, riconoscono al Movimento fondato dall’On. Ricardo Merlo un valore aggiunto, quello di schierarsi sempre dalla parte degli italiani residenti oltre confine, senza se e senza ma.
Non e’ un’illusione collettiva, dunque: in politica esistono onde emozionali, e dopo tante delusioni, chi vive lontano dall’Italia si convince di poter fare sentire la propria voce attraverso uno strumento, il MAIE appunto, che diventa sempre più punto di riferimento per gli italiani all’estero. E’ il momento di creare un clima favorevole al ritorno del pensiero politico, che riesca a vedere oltre la crisi e il rigore, oltre le diversita’, e a creare speranze, anche nelle comunita’ italiane dei cinque continenti.
Certo, tutta questa ideale condivisione, questa rinnovata passione, dovranno trasformarsi anche in consenso elettorale se si vogliono raggiungere risultati concreti. Personalmente, non ho dubbi sul fatto che cosi’ sarà. Dopo tanto lavoro, dopo tanta attenzione all’universo dell’emigrazione, dopo avere "tappezzato" il mondo intero col simbolo del MAIE, comunque vada sarà un successo.
ricky@italiachiamaitalia.com Twitter @rickyfilosa
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