Il prossimo 3 settembre dovrebbero essere indette le elezioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) che dovrebbero poi svolgersi il 3 dicembre.
“Le condizioni sanitarie nel mondo non permettono ovunque la partecipazione dei nostri connazionali per la scelta dei propri rappresentanti e, quindi, senza un rinvio delle elezioni, si rischia una Caporetto per la credibilità e l’immagine di questa istituzione basilare”. È quanto si legge in una lettera che il Consiglio generale degli italiani all’estero ha inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Secondo il Cgie “permangono forti incertezze e divergenze con la Farnesina, sulle modalità di voto e sulle insufficienti, se non proprio contraddittorie, garanzie necessarie all’applicazione delle misure di contrasto alla pandemia, tuttora dilagante in ampie aree geografiche del mondo tali da inibirne la tenuta e sulle quali il Governo non ha ancora prodotto rassicurazioni per promuovere la piena partecipazione delle elettrici e degli elettori”.
Il Cgie chiede di arrivare “al più presto ad una decisione definitiva, chiara e possibilmente rispettosa delle esigenze presenti nelle diverse realtà geografiche e della pubblica amministrazione – tutt’oggi alle prese con la pandemia, che riduce drasticamente l’erogazione dei servizi della rete consolare – per permettere una sana e reale campagna elettorale e nel rispetto dell’ordinamento elettorale di riferimento”.
Nella missiva inviata a Mattarella il Cgie ricorda che “dal 2015 in sostituzione del suffragio universale, per i Com.It.Es. è stata apportata la grave limitazione dell’opzione inversa, per cui ogni avente diritto deve manifestare la volontà di voto con dichiarazione scritta e firmata, accompagnata da un documento ufficiale comprovante la cittadinanza italiana. La modalità di partecipazione introdotta con l’opzione deve essere presentata alle sedi diplomatico-consolari, già in grave affanno da anni per la carenza di funzionari dall’Italia, di personale locale, in generale di risorse umane e finanziarie per l’organizzazione delle consultazioni e di strumenti digitali e informativi adeguati per gestire questa importante scadenza. A ciò si aggiunge, come detto, la pandemia che infuria ancora in molti Paesi dell’emisfero australe e registra una tendenza in notevole crescita anche nell’emisfero boreale”.
Secondo il Consiglio generale degli italiani all’estero “andare al voto in queste condizioni assicurerebbe al massimo la partecipazione del 2% dell’elettorato attivo, delegittimando così, gravemente e permanentemente le nostre rappresentanze di base che hanno dato prova di grandi capacità sussidiarie anche nell’emergenza pandemica che stiamo vivendo da quasi un anno e mezzo a livello globale. Ci troviamo di fronte a un reale e concreto caso di necessità e di urgenza, quale quello previsto dall’articolo 77 della Costituzione che consente al Governo di adottare un Decreto Legge per il rinvio delle elezioni dei Com.It.Es. almeno fino a giugno 2022, quando il mondo avrà messo sotto controllo la diffusione del virus e delle sue varianti”.
“L’ostinazione a mantenere il 3 settembre come data di inizio delle operazioni elettorali e del 3 dicembre come data delle elezioni, mostra una scarsa conoscenza delle reali situazioni nei diversi paesi, oppure che si intende volontariamente inficiare il valore delle nostre rappresentanze; l’organizzazione e la partecipazione al voto sarebbero impraticabili o estremamente rischiose per centinaia di migliaia di cittadini”, conclude il Cgie chiedendo al Capo dello Stato di “sensibilizzare chi ha il potere di intervenire con un Decreto Legge, per impedire che le nostre comunità si sentano umiliate nei loro diritti civili e democratici e spinte al distacco dalla madre Patria”.