Il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, riunito alla Farnesina dal 25 al 28 novembre, ha fissato i temi di lavoro di quella che sarà l’agenda del 2025.
Durante le giornate romane si è svolto in primo luogo il tradizionale confronto con l’Esecutivo, nella persona del sottosegretario Silli, che ha condiviso la Relazione di Governo sulle politiche a favore degli italiani all’estero, nonché con il direttore generale della DGIT del MAECI Luigi Maria Vignali sulla situazione dei servizi consolari, dei Com.It.Es. e del progetto Turismo delle radici.
Con Silli e Vignali sono state inoltre esaminate le questioni legate alla legge di Bilancio, oggetto anche delle audizioni davanti al Comitato permanente per gli italiani nel mondo della Camera e alla Commissione Affari esteri e Difesa del Senato, dove sono state esposte le preoccupazioni relative a una misura introdotta nella manovra, ritenuta lesiva della pari dignità fra i cittadini, relativa alla non rivalutazione per il prossimo anno delle pensioni superiori alle minime per i residenti fuori dai confini nazionali.
È stata inoltre rappresentata la necessità di garantire al CGIE la possibilità di svolgere le attività che gli assegna la legge istitutiva, ripristinando il finanziamento pre-covid di 1,1 milioni di euro.
L’attuale stanziamento, infatti, che con il taglio lineare del 5% rispetto allo scorso anno è ridotto a 548 mila euro, rende possibile soltanto l’organizzazione di un’Assemblea plenaria e di una riunione del Comitato di Presidenza in presenza, ma non consente di tenere sui territori le riunioni con le comunità, con i Com.It.Es., con le Consulte regionali dell’emigrazione e con gli esperti, la cui consultazione nei primi sei mesi dell’anno conferirà maggior peso alla rappresentanza di base sulle decisioni assunte dall’Assemblea plenaria e sarà fondamentale per la predisposizione da parte del CGIE delle proposte di messa in sicurezza del voto all’estero e di riforma della legge istitutiva del Consiglio Generale.
Il clima unitario registrato in Parlamento, tuttavia, autorizza un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di un’integrazione sul capitolo di bilancio relativo all’organismo.
Con riferimento ai progetti di legge oggetto del dibattito politico, il Comitato di Presidenza ha evidenziato come il voto dei connazionali nel mondo sia un diritto acquisito che non deve in alcun modo essere messo a rischio, ma vanno semmai adottate soluzioni per incrementare la partecipazione, per riformarlo ed evitare brogli. Si provvederà pertanto a predisporre un documento da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea plenaria 2025 che esprimerà la proposta del CGIE al Legislatore.
La riforma della legge istitutiva del CGIE, dopo quella dei Com.It.Es., la cui proposta è già stata trasmessa al Parlamento, è resa opportuna dalla necessità di adattare la rappresentanza all’attuale realtà della nostra diaspora, molto più complessa rispetto a quella storica. Al riguardo, si è sottolineata l’esigenza di mettere a punto incentivi al rientro per garantire circolarità alla nuova emigrazione mediante l’introduzione di politiche di lavoro e industriali, che favorirebbero la ripresa economica e il ritorno di competenze scientifiche del Paese.
I connazionali oltre confine sono infatti una risorsa fondamentale per arginare il fenomeno dell’inverno demografico in atto in Italia. Allo scopo, occorre compiere un’approfondita valutazione delle ragioni che spingono a partire e comprendere cosa fare per convincerli a tornare.
Allo stesso modo, deve essere avviata un’attenta analisi sul delicatissimo tema relativo alla cittadinanza, in merito al quale il CGIE intende farsi parte attiva elaborando una proposta da sottoporre al Parlamento; si tratta di adattare la legge alla realtà odierna partendo dall’assunto che chi nasce da genitori italiani è italiano. Sul tema, il Consiglio Generale trova una sua convergenza sul valore dell’identità italiana e sulla necessità di conoscere la lingua, la cultura e i fondamenti della Carta costituzionale.
La cittadinanza deve essere quindi un istituto il più possibile consapevole. In questa ottica si rende assolutamente necessario rivalutare il sostegno, anche finanziario, ai corsi di italiano all’estero, fondamentali ai fini del mantenimento dell’italianità degli oriundi, tenendo conto delle specificità dei vari territori.
Il Comitato di Presidenza richiama nuovamente l’attenzione della Pubblica amministrazione sulla situazione in cui versano molti enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana nel mondo a causa dei problemi economici derivanti dagli inadeguati finanziamenti dello Stato. Con gli interlocutori istituzionali il CdP ha infine rimarcato l’importanza di procedere alla convocazione della V Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE, che per legge dovrebbe tenersi ogni tre anni e ha il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le comunità italiane all’estero; linee programmatiche che costituiranno l’indirizzo politico e amministrativo delle attività del CGIE nel prossi