Juan Esteban Caselli, senatore eletto nella ripartizione estera Sud America, da qualche tempo si presenta come presidente del movimento ‘Italiani per la libertà’. Caselli, che di recente ha dichiarato pubblicamente di non far parte del PdL da tempo, di non essere più la guida del PdL nel Mondo e quindi di non avere alcun motivo per cui occuparsi di italiani all’estero, punta adesso sul proprio movimento, con il quale – ha spiegato egli stesso – intende presentarsi alle prossime elezioni politiche.
Cacho, e’ così che viene chiamato in Argentina il senatore, ha anche detto di avere fatto svolgere alcuni sondaggi. I dati, fa sapere, parlano chiaro: in Argentina lui avrebbe molto più consenso come presidente di ‘Italiani per la libertà’ che come esponente del partito guidato da Angelino Alfano.
Tutto questo è legittimo. Se Caselli crede di potere avere più possibilità di vittoria con un proprio movimento che con il PdL, è giusto che cerchi alternative. Tuttavia, che accade con il PdL nel Mondo? Chi pensa al rilancio del partito oltre confine? E ancora: ignorando il PdL e promuovendo il proprio movimento, Caselli fa un buon servizio a via dell’Umiltà? Oppure, facendosi qualche calcolo, preferisce che di PdL in Argentina e in Sud America in generale si parli sempre meno, per poter in questo modo presentarsi ai connazionali con una "faccia nuova"? Se Caselli punta sempre più su ‘Italiani per la libertà’, è presumibile che non gli convenga affatto promuovere il PdL come partito sul territorio.
Ma in tutta questa vicenda, c’è un altro interrogativo a cui qualcuno forse dovrebbe rispondere. Caselli sta facendo ora ciò che altri fanno ormai da anni. Uno di questi è senza dubbio Ricardo Merlo, che con il suo Movimento Associativo degli italiani all’estero è arrivato in Parlamento nel 2008 e da allora non ha mai smesso di lavorare all’organizzazione del suo partito. Per le prossime elezioni punta a presentare candidati in tutto il mondo.
Nell’ambito del centrodestra, c’è Massimo Romagnoli, per esempio, già deputato di Forza Italia nella scorsa legislatura (governo Prodi): nel 2007 ha creato il Movimento delle Libertà, con cui all’estero, fra gli italiani nel mondo, si muove benissimo. Il network MdL è ormai organizzato, e non solo in diversi Paesi Ue, ma anche in Australia e in Argentina. Proprio da Buenos Aires, Eugenio Sangregorio sta lavorando moltissimo con il MdL, e presto – ha annunciato recentemente lo stesso Sangregorio – partiranno sul territorio grandi e importanti iniziative.
Guglielmo Picchi, deputato PdL eletto nella ripartizione estera Europa, ha più volte criticato Romagnoli, perchè – a suo dire – con il suo Movimento non farebbe altro che creare confusione, quando in realtà quello di Romagnoli è l’unico movimento del centrodestra che oltre confine lavora sul serio: nemmeno il Popolo della Libertà, in Europa, lavora intensamente come il MdL. Forse proprio per questo a Picchi non è mai andato giù il fatto che Romagnoli, pur non essendo entrato in Parlamento alle ultime elezioni, abbia sempre e comunque continuato a lavorare, come e anzi più di altri che in Parlamento invece ci sono entrati. Insomma, quella di Picchi a noi è sempre sembrata solo invidia, più di ogni altra cosa. Proprio lui, uno dei malpancisti più sfegatati, che era fra coloro che partecipavano alle riunioni carbonare degli scontenti…
Ora che Caselli lancia il suo "Italiani per la libertà", che dice Picchi? Sta zitto? La riflessione va fatta: Picchi ha sempre cercato di mettere in cattiva luce il movimento di Romagnoli, e Romagnoli stesso, ma tace di fronte al movimentismo di Caselli. Due pesi e due misure? Pare proprio di sì. Perchè Picchi sa di essere stato nominato Coordinatore europeo da Caselli – nomine che, fra l’altro, non valgono un fico secco – e non vuole dar fastidio al manovratore. In fondo Picchi resta quello che è, come tempo fa ha sottolineato ItaliaChiamaItalia: un don Abbondio della politica. E se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare.
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