In risposta al comunicato stampa denominato: ‘’Alessandro Boccaletti, un fantasma nel CGIE’’, a firma di Massimo Angelino, tengo a precisare che è da cogliere sempre con favore quando un connazionale si interessa da vicino ai lavori del CGIE e, con spirito propositivo, monitori le singole attività dei suoi Consiglieri
Tuttavia, quando lo stesso connazionale pubblica un articolo sollevando domande come ad esempio il costo dei membri appartenenti al Consiglio Generale, che facilmente trova diretta risposta nella Legge istitutiva, o quale sia la loro produttività, anch’essa riscontrabile dai documenti assembleari, ciò che avrebbe potuto rappresentare ricchezza di contenuti presenterebbe invece indizi di un capzioso desiderio di furia vendicativa di un partito politico (il MAIE) verso un altro (la Lega e tutto il centrodestra) – a cui il primo, almeno a parole, sostiene di essere alleato di Governo mentre, come vedremo qui di seguito, nella pratica sostiene tutt’altro – probabilmente perché contrari alla pretesa di molti Consiglieri di ricondurre i lavori del Consiglio Generale nel solco della chiarezza e su criteri di maggiore trasparenza (soprattutto finanziaria), correttezza, razionalizzazione delle risorse e di legalità.
Infatti, il connazionale risulta essere il vice coordinatore del Maie in Costa Rica, che pubblica un articolo sul giornale “ItaliachiamaItalia” di cui, giova dirlo, il fondatore e direttore responsabile continua ad essere a vario titolo alle dirette dipendenze dell’anzidetto partito politico, capitanato dall’ex Senatore Riccardo Merlo, che oggi ha ripiegato nel Comitato di Presidenza del CGIE.
Nella realtà, più che al CGIE, ciò che caso mai ci sarebbe da chiedersi è quanto costa all’Italia il MAIE, dal quale – a suo dire – addirittura dipenderebbero le sorti del Governo nazionale? Ma quali sono gli interessi che pretende percorrere il partito del riacquisto incontrollato della nazionalità italiana iure sanguinis? È consapevole che nel pieno rispetto dell’articolo 49 della Costituzione si debba perseguire il bene della nazione Italia? Come mai a fronte di quanto sta ultimamente emergendo, anche grazie al cosiddetto Dossier Argentina, nessuno dei coinvolti ha avuto il buon senso di autosospendersi cautelativamente dal Consiglio?
Un chiarimento – forse opportuno – a tutela dell’immagine del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e della Rappresentanza in generale, sarebbe dovuto pervenire direttamente dal pilatesco Segretario Generale del CGIE che, in nome del manuale della lottizzazione, avendo occupato gli scranni più alti in uno scandaloso sodalizio MAIE/Partito Democratico, purtroppo sembra non riuscire a garantire un egualitario rispetto tra le forze presenti, quando invece tutti dovrebbero sentirsi chiamati a trarre le conseguenze di alcuni fatti, agendo nell’interesse generale e ai sensi di legge.