“La nomina di Maria Chiara Prodi a segretaria generale del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie) a seguito della tragica scomparsa di Michele Schiavone, il cui ricordo di impegno e di collaborazione è per noi sempre vivo, e la nomina del vice Segretario Giuseppe Stabile, rilanciano l’attività dell’organismo di rappresentanza degli italiani all’estero, il 10% della popolazione nazionale”. È quanto sostiene Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia Bucarest e dell’Associazione Lucani nei Balcani ricordando l’enorme numero di lucani nel mondo.
Nel 2022 erano 118.000 della provincia di Potenza e 23.100 della provincia di Matera ed oggi sono molti di più.
Nel mettere a disposizione Palazzo Italia Bucarest per qualsiasi manifestazione del Cgie in area balcanica, così come è avvenuto prima della pandemia, “sento il dovere – scrive Baldantoni in un messaggio a Prodi e Stabile – di chiedere di aprire un filo diretto tra Cgie e la realtà balcanica degli emigrati Italiani.
In questa sede opero da 31 anni osservando con attenzione piccoli e grandi attivita’ del popolo italiano incluse le istituzioni come ha dimostrato la recente missione della Provincia di Potenza a Palazzo Italia. È il momento di voler tenere in giusta considerazione ‘noi emigrati’ in questa parte d’Europa.
La segretaria generale del Cgie tra i primi atti – aggiunge il presidente di Palazzo Italia – ha fatto bene a ringraziare i “quasi 2.000 volontari nei nostri Comites nel mondo perché fanno un lavoro straordinario, la capillarità di questo sistema, per come è stato pensato, ci può permettere di fare grandi cose se riusciamo a lavorare in squadra”.
È proprio dalla piena valorizzazione dell’impegno di chi rappresenta i propri corregionali presenti in ogni parte del mondo che deve ripartire il rilancio del Cgie di cui c’è grande bisogno. Il Cgie, quindi, secondo l’impegno di programma della neo presidente, deve portare la sua visione e il suo contributo sugli argomenti “che ci riguardano, su cui abbiamo molto da dire e siamo aperti a creare nuovi contatti, perché in questi anni di vita del Cgie si sono moltiplicati gli attori di tutte le origini, associative, confederative e istituzionali, che creano politiche per gli italiani all’estero”.