Gli italiani all’estero hanno ancora poche ore per poter votare. Le operazioni si concluderanno il giorno 1 marzo, alle ore 16. Le schede elettorali che arriveranno in consolato dopo quel limite di tempo non saranno ritenute valide.
Intanto, come ad ogni elezione che si rispetti quando si tratta di circoscrizione estero, non sono mancate denunce di irregolarità e stranezze varie. Anche a questo giro sono stati consegnati plichi elettorali a casa di persone decedute da tempo o che comunque avevano cambiato residenza.
Dal Nord America all’Europa, tantissimi i casi di connazionali che non hanno ricevuto le schede per votare. In Sud America, idem.
La denuncia arriva da Liberi e Uguali: “Numerosi connazionali in Argentina lamentano di aver ricevuto le schede con enorme ritardo, trovandosi nell’impossibilità di far giungere per posta il proprio voto in Consolato”.
Non è finita qui: “Dall’Australia informano che il proprio congiunto, da tempo deceduto, continua a ricevere la scheda elettorale, altri dal Brasile lamentano che, pur essendo iscritti all’AIRE ed aver regolarmente votato per il referendum del 2016, ora si trovano inspiegabilmente depennati dalla lista degli aventi diritto al voto”. E’ successo in tutto il mondo, non solo in Brasile.
Allarme voto estero anche in Europa, “inefficienze dei Consolati e schede elettorali mai arrivate”
“Nelle ultime ore – fa notare ancora Leu – sono addirittura arrivate notizie sull’allestimento di improvvisate urne elettorali (per raccogliere voti in ritardo) collocate da ‘volenterosi’ italo-brasiliani presso le Camere Municipali di alcune cittadine nello stato di Santa Catarina, in Brasile, senza alcuna autorizzazione o accordo da parte delle competenti autorità italiane”.
Voto italiani all’estero, “noi vogliamo votare ma le schede non arrivano”
Insomma, per i lettori più affezionati di ItaliaChiamaItalia nulla di nuovo: il voto estero continua a fare acqua da tutte le parti, oggi come nel 2006 e ogni volta che si è votato. Anche per questo Liberi e Uguali, si legge in una nota, “si impegna a dedicare ogni sforzo nel prossimo Parlamento in direzione della riforma della legge per l’elezione all’estero, affinchè essa sia finalmente in grado di rispettare il dettato costituzionale”. Lo stesso impegno lo hanno preso anche altre forze politiche, persino alcuni parlamentari eletti all’estero. Speriamo non restino solo buone intenzioni.