In tempi di vacche magre osservare che fra i parlamentari ci sono anche quelli che non si vergognano di lottare per mantenere i propri privilegi, fa proprio schifo. Come al solito ci sono di mezzo i soldi. Sei parlamentari siciliani hanno fatto ricorso alla Corte dei Conti per avere la doppia indennità. I diritti acquisiti non si toccano, sostengono: e così hanno deciso di fare ricorso, appunto, per mantenere la doppia indennita’ che percepiscono e che e’ stata tagliata da una decisione dell’Assemblea regionale siciliana con cui si vieta il cumulo della pensione di ex deputati regionali con le indennita’ ricevute dalla Camera o dal Senato.
Ecco i nomi dei sei parlamentari in questione: Calogero Mannino (gruppo Misto), Alessandro Pagano (PdL), Sebastiano Burgaretta e Giuseppe Firrarello (PdL), Salvo Fleres (Forza del Sud), Vladimiro Crisaflulli (Pd).
Giuseppe Firrarello, lo ricordiamo agli italiani nel mondo che ci seguono ogni giorno, è il presidente del Comitato permanente per le questioni degli italiani all’estero al Senato.
Pensate: tutti loro ricevono dall’amministrazione dell’Ars un assegno vitalizio che varia tra i tre e i seimila euro, per la loro trascorsa attivita’ di deputati regionali. Somme che si aggiungono agli stipendi che i sei uomini politici riscuotono come parlamentari. Il Consiglio di presidenza dell’Ars, poco prima della pausa estiva, per rispondere alle esigenze di contenimento dei costi della politica, tra le altre misure aveva imposto il divieto di cumulare le due indennita’. I ricorrenti sostengono che tale decisione e’ illegittima perche’ non sarebbe possibile bloccare il pagamento di un vitalizio che e’ legato al versamento di contribuzione ed e’ in ogni caso un diritto acquisito da molti anni.
Eppure è bufera su tutta la vicenda: tantissimi i siti web e i blog che rilanciano la notizia. Sui principali social network, Facebook e Twitter in prima linea, è scoppiato il caso. "Vergogna", scrivono gli internauti, "ricordiamoci chi sono, segnamoci i loro nomi per fare in modo di non riaverli mai più nel nostro Parlamento". Sarebbe bello. Bisognerebbe cambiare legge elettorale, però, visto che questo è un Parlamento di nominati.
Francesco Cascio, presidente dell’Assemblea regionale, cade dalle nuvole: "Mi sembra una iniziativa allucinante, comunque non ne sapevo nulla".
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