Gino Amoretti è un giovane giornalista italo-peruviano, che ormai da tempo rappresenta in Perù il Maie, il Movimento Associativo fondato e presieduto dall’On. Ricardo Merlo.
ItaliaChiamaItalia l’ha voluto intervistare per sapere da lui com’è la situazione del Movimento in Perù e quali saranno le prossime iniziative che il Maie metterà in campo nel paese sudamericano.
Gino Amoretti, Coordinatore Maie Perù. Come procede il lavoro del Maie nel tuo Paese di residenza?
"Dopo la costituzione del Maie Perù, il 18 giugno nel Circolo Sportivo Italiano di Lima alla presenza del Presidente Merlo, ci siamo concentrati a fare un lavoro di comunicazione per avvicinare il Movimento agli italiani residenti in Perù. Crediamo che questo passo sia essenziale per far conoscere il movimento ma non solo, anche per far conoscere il prezioso lavoro di Ricardo e Mirella (la Sen. Mirella Giai, ndr) in favore degli italiani all’estero. Questo, secondo me, è un punto importantissimo, perchè molti credevano che gli eletti nella ripartizione America Meridionale, dopo aver preso i voti dagli italo-peruviani, se ne erano andati via. La presenza del Maie, invece, sia su internet che sulla stampa (e molto presto anche alla TV), ha fatto vedere a molte persone che la squadra di Merlo non si è dimenticata di loro e che sta mettendo sempre più in primo piano i diversi problemi che affliggono gli italiani nel mondo".
Com’è nata la tua collaborazione con il partito fondato e presieduto dall’On. Ricardo Merlo?
"Da quando sono entrato a partecipare attivamente nella comunità italiana in Perù (nell’anno 2004) avevo già sentito parlare di Ricardo e del suo lavoro in favore degli italiani del Sudamerica. Poi – spiega Amoretti a Italiachiamaitalia.it – quando è diventato onorevole ho seguito il suo lavoro con molta attenzione e interesse. Durante la Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo del 2008 ho conosciuto di persona Ricardo e da allora mi sono reso conto che è un uomo del fare, come me. Quel momento è stato il punto di partenza della mia simpatia verso il Maie, perchè ho visto che lui come capo di un movimento politico si era interessato ad ascoltare il parere dei giovani. Ti posso dire che a quella manifestazione storica i massimi esponenti dei partiti italiani non erano presenti, quindi già da quel gesto si poteva capire chi voleva sentire gli italiani all’estero e chi no".
Perchè hai scelto il Maie e non un altro partito, per partecipare attivamente alla politica?
"Per una ragione molto semplice: il Maie si preoccupa dei problemi degli italiani all’estero e noi siamo italiani all’estero. I partiti politici si preoccupano di loro stessi e una cosa che hanno dimostrato di fare molto bene è quella di dividere gli italiani e di dividersi tra loro stessi. Noi all’estero non dobbiamo essere divisi, perchè condividiamo gli stessi problemi in maggiore o minore dimensione, ma sono sempre gli stessi problemi e questi non hanno colore politico".
Pensi che ci possa essere davvero un futuro per gli italiani nel mondo, visto che in Italia di tutto sembrano occuparsi, tranne che di italiani all’estero?
"È una situazione difficile quella che ci tocca vivere. Purtroppo la clase politica italiana ha dimenticato gli italiani nel mondo. In quell’ambito i nostri eletti all’estero devono giocare una partita molto dura e quindi essendo un gruppo piccolo i risultati sono quelli che abbiamo. Addirittura le elezioni di Comites e Cgie non hanno una data di realizzazione e c’è un ddl per ridurre gli eletti all’estero, quindi ci stiamo muovendo in uno scenario complicato e con condizioni sfavorevoli. Anche se la situazione è questa, penso che ci possa essere un futuro positivo per gli italiani all’estero, che può avere inizio nell’ambito economico. Noi italiani all’estero siamo una risorsa che l’Italia per forza dovrà guardare con interesse nel 2012. È vero che la crisi internazionale colpirà in modo generalizzato, però ci sono dei paesi come il Perù che ha dimostrato che durante le crisi è in grado di continuare con la sua crescita economica. L’Italia, quindi, deve guardare a questi paesi e anche agli italiani che fuori dall’Italia promuovono il Made in Italy, sia con una piccola impresa o come liberi professionisti. È questa la risorsa che l’Italia oggi non vuol vedere, ma che è sempre lì pronta per essere chiamata all’azione".
Raccontaci un po’ quali sono le reazioni degli italiani residenti in Perù di fronte alla crisi politica che si vive oggi in Italia….
"Gli italiani in Perù vedono questa crisi con molta tristezza, pensano ai genitori, fratelli, sorelle e amici che hanno in Italia e la preoccupazione è evidente. Una crisi politica nel 90% dei casi colpisce anche l’economia del paese. Sono le due facce della stessa moneta, io la penso così, politica ed economia devono andare insieme. Oggi in Perù la crescita economica del paese apre opportunità di lavoro a tanti professionisti non è strano per chi sta nella comunità italiana ricevere una mail di qualcuno con il suo CV per cercare lavoro in Perù. Durante gli anni 90 erano i peruviani che cercavano lavoro in Italia, oggi la situazione è cambiata: sono le imprese peruviane che vanno alla ricerca di personale qualificato e molti ragazzi italiani oggi, appunto, hanno una possibilità d’oro per trovare un bel lavoro nella terra degli Inca. Ovviamente la situazione ideale per i ragazzi sarebbe quella di trovare lavoro in Italia, però se i nostri genitori, nonni e bisnonni nel passato emigrarono alla ricerca di nuove opportunità non è detto che oggi non si possa fare lo stesso e appoggiare chi ha preso quella decisione. L’associazionismo nel mondo ha il compito di far ricordare a questi ragazzi le loro radici, le loro identità e di far ricordare che prima o poi loro, oppure i loro figli, devono ritornare in Italia perchè sono italiani".
Secondo te sarebbe il caso di cambiare legge elettorale? E del meccanismo con cui votano gli italiani all’estero cosa pensi?
"La legge va rivista nella procedura di voto. Infatti sono d’accordo di cambiare il meccanismo con cui si vota all’estero. Per esempio, si potrebbero allestire dei seggi elettorali presso i consolati in modo che i cittadini possano recarsi lì per esprimere il loro voto. E in questi seggi si potrebbe anche utilizzare il voto elettronico. Penso che queste cose sono fattibili e potrebbero aiutare a risparmiare risorse economiche e umane. Ma soprattutto si eviterebbe il passaggio da una persona all’altra della busta con il plico elettorale e si eviterebbero tutti i problemi che si sono presentati in alcuni paesi durante le ultimi elezioni politiche. Allo stesso tempo si potrebbe utilizzare la votazione per posta nei paesi dove le distanze tra la residenza del cittadino e il locale del consolato italiano sono molto lunghe. Credo che qualsiasi sia il sistema di votazione ci sarà sempre un rischio, ma dobbiamo scegliere soluzioni che implichino il minore rischio possibile".
Cosa chiedono, in sintesi, i connazionali residenti in Perù all’Italia? Quali i loro problemi più urgenti?
"Il problema più urgente è sempre quello della mancanza di personale all’Ambasciata. I funzionari sono sempre pochi e quelli che ci sono fanno molto con poco. Ma se questo è già uno scenario complicato, immaginatevi come sarà in futuro se continuano i tagli alle missioni all’estero. Abbiamo già capito che il governo non è in grado di rispondere ai problemi riguardanti la salute, l’educazione e tanti altri problemi che affligono gli italiani all’estero, ma aiuterebbe e molto se il governo appunto lasciasse all’angolo la politica dei tagli".
Hai trovato difficoltà a fare avvicinare gli italiani residenti in Perù al movimento di Merlo?
"Ci sono sempre delle difficoltà quando si comincia con qualcosa di nuovo. Diciamo che gli italo-peruviani sono stanchi di sentire parlare di politica e di partiti politici. Essendo il Maie un movimento è già un motivo di interesse per loro. È quella la particolarità del Maie che lo rende unico nello spettro politico: che noi non discuttiamo di politica ma dei problemi degli italiani all’estero".
Come hai ricordato, sei stato uno dei giovani che ha partecipato alla prima Conferenza Internazionale dei Giovani Italiani nel mondo. Secondo te è servito quell’appuntamento?
"È servito e molto. Vedo con molto piacere che la maggior parte dei ragazzi che sono stati presenti alla conferenza oggi sono protagonisti delle attività delle loro comunità. Ma secondo me la cosa più importante è che tutti noi restiamo ancora in contatto e la possibilità di svolgere progetti insieme è sempre aperta".
Sei d’accordo con chi dice che bisognerebbe trovare un’uscita dalla crisi italiana anche con un governo istituzionale, o secondo te sarebbe meglio andare subito al voto?
"Il problema è che questa situazione è insostenibile. Il Presidente del Consiglio ha avuto la fiducia della Camara con una diferenza di pochi voti. Sarà difficile governare così. Evidentemente un cambio ci deve essere. Secondo me un governo istituzionale sarebbe la soluzione “indolore” alla crisi politica. Andare subito al voto con tanti temi non risolti ancora in agenda, con tante riforme da fare, non mi sembra una via di uscita giusta, anzi tramandare questi temi a un eventuale nuovo governo sarebbe come guardare ancora una volta lo stesso film. Mettiamo a posto le regole e poi ci mettiamo a giocare".
Tu sei molto giovane, rispetto a tanti altri esponenti politici. E’ mai stata questa una difficoltà per te?
"No, perchè mi conoscevano già per il mio lavoro come direttore del Messaggero Italo-Peruviano. Tornando alla Conferenza dei Giovani ricordo che durante quell’appuntamento ho conosciuto la maggioranza degli esponenti politici che oggi si preoccupano per i fatti degli italiani all’estero. Tanto in Perù come all’estero mi hanno guardato non come un ragazzino, ma come un esponente della comunità italo-peruviana".
Lancia un messaggio attraverso ItaliaChiamaItalia a chi leggerà questa intervista: perchè gli italiani del mondo dovrebbero votare per il Maie e non per un altro partito?
"Cari italiani all’estero, il Movimento Associativo Italiani all’Estero è un movimento politico autonomo, independente dei partiti politici il cui presidente, l’On. Ricardo Merlo, è stato sempre molto vicino ai problemi degli italiani nel mondo. I partiti politici tradizionali di questo governo e quello precedenti si sono concentrati a distruggere qualsiasi struttura di rappresentanza degli italiani all’estero. Noi invece vogliamo ricostruire e poi costruire, quindi vogliamo contare su di te, perchè sappiamo che la pensi come noi".
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